SERNAGLIA
La bomba, tenuta nel silenzio in attesa per oltre sei ore di Consiglio

Sabato 1 Maggio 2021
SERNAGLIA
La bomba, tenuta nel silenzio in attesa per oltre sei ore di Consiglio comunale, è esplosa quando l'una di notte era passata da un pezzo. «Irregolarità formali e sostanziali». Con queste parole il segretario comunale Elena De Valerio ha tirato le somme del caso bonus Covid che ha travolto il paese di Sernaglia e la sua maggioranza. «Dopo l'indagine avviata in Comune - ha spiegato - in merito ai bonus per i centri estivi, che poi erano rimborsi spese, e il bonus pc sono emersi errori formali e sostanziali dei quali non posso parlare in una seduta pubblica. Sono disponibile a illustrare la situazione ai consiglieri solo in incontri privati». Parole che sono calate come un macigno in una seduta consiliare tutt'altro che facile. Perché avvalorano la tesi che non tutto in quella faccenda che ha coinvolto un vice sindaco, un assessore e una senatrice sia effettivamente limpido.
IL CASO
A fine febbraio lo scandalo esplode. La senatrice Sonia Fregolent, per dieci anni sindaco del paese e ora in consiglio nelle file di quello che allora era il suo delfino, il sindaco Mirco Villanova, finisce al centro dell'attenzione per un ristoro Covid sui centri estivi frequentati dal figlio nel suo comune di residenza, Sernaglia. A stretto giro di posta nello scandalo entrano pure il vice sindaco Gesus Bortolini, che neanche due mesi dopo si dimetterà, e l'assessore Vanni Frezza per aver chiesto e ottenuto il bonus pc. Assessore che dopo aver incassato i soldi, li restituisce a ridosso della richiesta di accesso agli atti dell'opposizione Con Noi, che vuole vederci chiaro nella gestione dei ristori Covid da parte del Comune. Una scelta che con il senno del poi non pare tanto sbagliate, se lo stesso segretario ammette ora che più di un errore c'è stato. Da parte di chi, resta al momento un mistero, che pare però destinato ad essere il classico segreto di Pulcinella. Le magagne sono destinate a emergere e presto verrà chiarito cosa non ha funzionato in quei bonus che, per scelta dell'amministrazione comunale, non avevano alcun tetto di reddito. Tutti potevano partecipare. Ma non tutti hanno compilato quei moduli di richiesta in modo corretto. Vuoi per errori formali, errori banali come il nome, il codice fiscale, la residenza, o sostanziali, ben più gravi. Perché evidenzierebbero l'aver omesso di essere un amministratore pubblico o di avere un requisito ostativo alla concessione del contributo. A questo si affianca un altro filone: la caccia alla talpa che dalle stanze del municipio ha fatto uscire le notizie.
LE REAZIONI
La senatrice Fregolent mantenendo fede alla linea scelta fin dall'inizio, non ha voluto commentare le affermazioni del segretario comunale. «Non c'ero e non rilascio dichiarazioni su ciò che non ho sentito». Bloccata a Roma per i lavori in aula, l'altra sera non ha partecipato al Consiglio, decretando, forse involontariamente, la salvezza della sua maggioranza. Che ha perso in un solo colpo due pezzi: il vice sindaco Gesus Bortolini e la consigliera Luciano Giotto. Ma chi c'era è rimasto decisamente interdetto. «Il modo in cui il sindaco ha liquidato lo scandalo bonus è inaccettabile», ha dichiarato il capogruppo dell'opposizione Proposta Civica, Natale Grotto. Che già all'inizio della seduta consiliare aveva esortato il sindaco a rendere conto alla cittadinanza e al Consiglio su quanto accaduto. «Invece - precisa Grotto - il sindaco ha voluto farci aspettare fino all'una e un quarto di notte, magari sperando in qualche defezione, prima di farci dire queste quattro parole dal segretario comunale. Io capisco la privacy, ma mi sarei aspettato da parte del sindaco una relazione molto più dettagliata e puntuale su quanto accaduto e su quanto riscontrato di anomalo. Cose che se fosse davvero sereno in merito alla situazione, il sindaco avrebbe dovuto fare». Non meno morbida Con Noi, che per prima ha alzato il coperchio del vaso di Pandora. «Noi stiamo ancora attendendo - afferma la capogruppo Anna Rosada - di avere chiarezza sia sulle modalità con le quali la giunta ha istituito il bando ristori, sia su come poi siano stati verificati i parametri di ammissione delle singole domande e gestite le assegnazioni. Il fatto che il sindaco non abbia nemmeno pensato di inserire l'argomento all'ordine del giorno, dando spazio a ulteriori chiarimenti, evidenzia che a dispetto delle sicumera che dimostra, c'è qualcosa che non torna».
Manuela Collodet
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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