Profughi sotto la prefettura: «Dormiamo all'aperto, aiutateci»

Venerdì 12 Novembre 2021
Profughi sotto la prefettura: «Dormiamo all'aperto, aiutateci»
IL CASO
TREVISO Sono in sette e, da lunedì, tutte le mattine, stazionano davanti all'ingresso della Prefettura in attesa che qualcuno gli dica cosa fare o dove andare. Sono giovani, tutti al di sotto dei trent'anni, e arrivano dalla regione indiana del Kashmir. Non hanno permesso di soggiorno, soldi, niente. Dicono di essere giunti in Italia in treno da circa un mese. Senza una meta, un lavoro o un posto dove andare. Si muovono sempre assieme. Solo uno di loro parla inglese e riesce a comunicare. Non hanno un'idea precisa di cosa fare. Al momento gli basterebbe un posto riscaldato. Sono arrivati a Treviso da poco. Le ultime notti le hanno passate nei piani coperti del parcheggio Appiani, dormendo all'addiaccio. Appena arrivati sono riusciti a riposare in un letto vero, e a fare una cena normale, approfittando dei servizi della Caritas. Ma è durato solo una notte: non è possibile restare a lungo in quegli alloggi che, col freddo che inizia a farsi sentire, diventano sempre più pieni.
AIUTO
«Abbiamo chiesto aiuto, ma non troviamo niente», dicono mentre se ne stanno seduti sotto il porticato della prefettura nel cuore di piazza dei Signori. Sono composti, cercano un sostegno e non danno fastidio a nessuno. Ma la loro presenza è un pugno nell'occhio in mezzo a una piazza viva, con i bar che lavorano a pieno regime e la gente che passeggia normalmente. In Prefettura, dove hanno chiesto più volte di parlare con qualcuno, stanno esaminando la loro situazione. È probabile un loro trasferimento all'ex caserma Serena, centro d'accoglienza che dovrebbe risolvere le situazioni di questo tipo.
SCINTILLE
Ieri dei sette cittadini indiani che vagano per Treviso è arrivata notizia anche a Ca' Sugana. E qui più di qualcuno si è stupito. Casi come questo dovrebbe essere presi in carico dalla Prefettura che gestisce i centri d'accoglienza. E ieri, quando anche il vicesindaco Andrea De Checchi uscendo da un vertice col Prefetto si reso conto della situazione per la prima volta, sono partiti i primi contatti. Intanto i ragazzi aspettano. La mattinata l'hanno passata lì, sempre seduti davanti al portone d'ingresso della Prefettura. Un paio si sono tolti le scarpe, un altro ne ha approfittato per schiacciare un pisolino scaldato dal sole. Il loro futuro resta incerto anche se oggi, forse, potrebbero aprirsi le porte del centro d'accoglienza. Almeno avranno un letto e un pasto caldo.
P. Cal.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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