Profughi, il centro chiude i battenti La coop: «Lasciati senza contributi»

Domenica 21 Aprile 2019
RESANA
Il Centro di accoglienza straordinario per richiedenti asilo ha i giorni contati. La struttura gestita dal dicembre del 2017 dalla Cooperativa sociale Lunazzurra chiuderà il prossimo 30 aprile aprendo le porte ad un futuro incerto per i 13 giovani richiedenti asilo provenienti dall'Africa occidentale. La decisione in seguito all'applicazione da parte della prefettura di Treviso della nuova direttiva ministeriale in tema di sicurezza e immigrazione del 4 ottobre 2018 che vede una riduzione da 31 a 18 euro del contributo giornaliero per ospite.
LA RESA
«Questo rende impossibile il proseguimento dell'attività da parte della cooperativa affermano i membri dell'organizzazione di volontariato che ha contribuito all'apertura del Cas, Cittadini ovunque il contributo non è più sufficiente a coprire le spese fisse della struttura di accoglienza. E' inaccettabile poiché la riduzione dei servizi previsti dalla precedente legge trasforma i Cas in luoghi di mera custodia privandoli degli strumenti per l'integrazione sociale». Diverse erano le attività che gli ospiti del Cas di Resana facevano quotidianamente funzionali al loro ritorno all'autonomia. Tra questi corsi di italiano, aritmetica, economia, legislazione e un avvicinamento al mondo del lavoro.
LA RABBIA
«L'unica via realisticamente percorribile è quella di costruire dei percorsi di integrazione, segnatamente nel mondo del lavoro, pena il ritrovare i migranti come clandestini e costringerli a ricercare le condizioni della sopravvivenza in circuiti illegali nel mercato nero del lavoro, soprattutto dell'agricoltura e del settore delle costruzioni affermano - In questo senso, piccoli centri di accoglienza, come quello aperto a Resana rappresentano la soluzione più adatta per l'integrazione, perché più facilmente inseribili nel tessuto sociale ed economico locale». Dopo il 30 aprile, per i 13 ospiti del Cas di Resana si apriranno le porte verso l'ignoto. « Il rischio è proprio quello di trovarsi clandestini e di essere buttati sulla strada. La via per la sicurezza di tutti è l'integrazione».
Lucia Russo
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