Operaio morto folgorato non ci sono responsabili

Martedì 7 Maggio 2019
Operaio morto folgorato non ci sono responsabili
MARENO
Non ci sono responsabili per la morte di Mauro Mori, l'elettricista di Mareno di Piave che a 46 anni rimase folgorato in una cabina elettrica della Vetri Speciali Spa, azienda che opera nella zona industriale di Ponte Rosso a San Vito al Tagliamento. Il gup Rodolfo Piccin ieri ha assolto perché il fatto non sussiste Giorgio Mazzer, amministratore delegato dell'azienda difeso dall'avvocato Luigi De Finis e processato con rito abbreviato.
Al termine della discussione sulle posizioni degli altri cinque indagati, il gup ha dichiarato per tutti il non luogo a procedere. Si trattava del direttore dello stabilimento, Simone Balzarin (avvocato Bruno Malattia); dei responsabili della ditta di San Polo di Piave per la quale lavorava la vittima, Pietro e Sandro Pradal (avvocato Gianluca Rizzardi); dell'ingegner Giuseppina Daniela Messina (avvocato Michele Malnati), a cui si contestava una presunta cooperazione colposa, in quanto avrebbe progettato l'impianto in cui ha perso la vita Mori senza prevedere adeguati dispositivi di sicurezza. Infine, la stessa Vetri Speciali per quanto riguardava la responsabilità amministrativa, tutelata dall'avvocato Stefano Caviglioli.
L'INFORTUNIO
L'infortunio è del 30 giugno 2014. La famiglia Mori è già stata integralmente risarcita dalle compagnie assicuratrici della vetreria e della stessa Pradal. L'elettricista quel giorno doveva lavorare su un sezionatore di linea che alimenta il forno 3 dell'azienda. Un'operazione di routine, da svolgere all'interno di una stanza adibita a cabina di servizio. Aveva svolto tutte le procedure di sicurezza prima di mettersi al lavoro, quando all'improvviso partì la violenta scarica elettrica, nonostante l'alimentatore fosse stato staccato.
L'INCIDENTE PROBATORIO
Durante l'incidente probatorio gli stessi periti incaricati di accertare le cause della scarica di corrente fecero fatica a comprendere le cause della tragedia. Stando alla formula usata per l'assoluzione, si intuisce che si è trattato di un infortunio atipico, dietro al quale si è nascosto un rischio imprevedibile.
I due alimentatori del forno erano accoppiati e, quando è stato disattivata una delle cabine, si è verificata una scarica di ritorno molto potente. Secondo quanto è emerso dalla perizia, a fare da conduttore di elettricità è stato lo stesso vetro fuso. È per questo che il giudice, valutando l'impossibilità di prevedere questo rischio, ha assolto Mazzer e disposto il non luogo a procedere per i coimputati.
Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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