Nazione Rom, blitz in sala Arazzi: scintille col sindaco

Martedì 22 Ottobre 2019
IL CASO
TREVISO Sono da poco passate le 13, dentro la sala degli Arazzi il vicesindaco Andrea De Checchi sta spiegando ai giornalisti il bando per rilanciare la città e i suo commercio, quando bussano alla porta ed entrano Marcello Zuinisi e un suo collaboratore, rappresentanti di Nazione Rom, Sinti e Caminanti, le associazioni che hanno denunciato il sindaco Mario Conte per istigazione al razzismo. In silenzio, si siedono al tavolo della stampa sotto gli sguardi imbarazzati di portavoce e segretarie che non sanno bene cosa fare: la loro presenza non è prevista. Ma l'intento di Zuinisi è chiaro: vuole consegnare, con gesto plateale, la denuncia contro il sindaco depositata in Procura. E sceglie di farlo durante una conferenza stampa in cui si parla d'altro. Quando De Checchi termina il suo intervento, Zuinisi prende la parola e, a sorpresa, chiede che anche Nazione Rom venga ammessa tra le associazioni di Urbecom, quelle che sostengono in bando per distribuire gli 80mila euro di contributi previsti dal Comune. È una provocazione, cui risponde a tono ma con grande calma De Checchi, mentre il sindaco Conte sorride visibilmente irritato. Poi il presidente del Consiglio Comunale Giancarlo Iannicelli sbotta: «Non si possono utilizzare le conferenze stampa per farsi pubblicità!». Si sviluppa un piccolo battibecco che mette fine anticipatamente alla conferenza e rovina il momento solenne delle firme.
CONSEGUENZE
A Ca' Sugana parte la caccia al colpevole, all'usciere che ha fatto salire al primo piano i due senza alcun permesso. Poi si scopre che si sarebbero fatti passare per giornalisti. Duro il sindaco Conte: «Marcello Zuinisi di Nazione Rom,Sinti e Caminanti ha interrotto, peraltro disturbando, un'importante conferenza stampa che presentava un'iniziativa per le attività produttive per ripetere la filastrocca della denuncia, del sindaco e della Regione che si devono vergognare. Come ricorderete, io avevo solo detto che chi non ha i requisiti non può stare nelle case popolari e questi si sono sentiti chiamati in causa... Zuanisi e i suoi compagni, questa mattina, non hanno fatto altro che peggiorare la loro posizione agli occhi dai cittadini e delle attività produttive. A mio modo di vedere, questo modo di operare li qualifica».
P. Cal.
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