Le associazioni disabili a Zaia «Siamo in affanno, ci aiuti»

Lunedì 6 Aprile 2020
Le associazioni disabili a Zaia «Siamo in affanno, ci aiuti»
L'APPELLO
TREVISO «Il problema della residenzialità per persone con disabilità o con problemi di salute mentale e di tutte quelle persone che vi operano è fortemente ignorato: a tutt'oggi non sono stati eseguiti tamponi né agli operatori, né agli ospiti». E' un serio grido dall'allarme quello del coordinamento provinciale associazioni handicappati Onlus, che torna a mettere in luce la difficile situazione dei disabili all'interno dell'emergenza Covid-19. E lo fa con una lettera al presidente della Regione Luca Zaia nella quale chiede interventi urgenti. «Questa situazione -sottolinea il presidente Ivano Pillon- è diffusa in tutta l'Usl 2 di Treviso, dove a cominciare dal polo disabilità (ex Gris) di Mogliano fino a comunità come quelle di Spresiano, Orsago, Preganziol e Castelfranco persone disabili e anche operatori, sono affetti da Covid-19. Sto parlando di migliaia di persone con disabilità e di migliaia di operatori che esposti al virus possono diventare potenziali veicoli di contaminazione sia all'interno delle strutture che sul territorio. E mi permetto di evidenziare che la grande maggioranza delle strutture non è predisposta, in caso di positività degli ospiti, per essere suddivisa in reparti isolati».
ASSISTENZA DOMICILIARE
Ma nel mondo della disabilità ci sono altre problematiche che richiedono un intervento: prima fra tutte i piani di assistenza domiciliare. Elaborati dall'Usl 2 ma bloccati dalla Regione. «Per dare risposta alle difficoltà delle famiglie per la chiusura dei Centri Diurni -continua Pillon- l'Usl 2 ha elaborato dei piani d'intervento compensativo domiciliare che sono fermi per lungaggini e per la mancanza delle necessarie autorizzazioni regionali». Un blocco che il coordinamento disabili chiede a Zaia di risolvere al più presto visto il grande numero di famiglie alle prese con realtà difficilissime «velocizzando l'iter e l'autorizzazione per dare subito risposte».
ATTIVITA' SOSPESE
L'altro fronte sul quale il Coordinamento chiede attenzione è quello che riguarda coloro che gestiscono i servizi sociali e che ora si trovano alle prese con la chiusura dei centri e la sospensione dell'attività. «Per la salvaguardia del tessuto solidaristico e cooperativistico che da sempre nella nostra Regione ha dato importanti risultati sociali ed economici -afferma Pillon- è importante non far fallire i gestori di servizi sociali. Proprio a fronte di ciò, nel decreto legge 18 si evidenzia che ancorché i servizi (centri diurni) siano sospesi, vengano retribuite ai gestori con quota parte, l'importo dovuto per l'erogazione del servizio secondo le modalità attuate prima della sospensione. Sebbene sembri un articolo chiaro e di facile interpretazione, i segnali che arrivano dagli uffici amministrativi regionali sono poco chiari e contrastanti». E anche qui il coordinamento torna a chiedere l'intervento «immediato e risolutivo» del Governatore per sbloccare l'impasse. Altrimenti conclude «saranno i funzionari regionali a distruggere anche quello che Covid-19 aveva risparmiato».
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