La maitresse era la donna del killer

Martedì 18 Giugno 2019
La maitresse era la donna del killer
VILLORBA
Tra i 70 e i 150 euro per un rapporto sessuale completo, in un appartamento (prima a Fontane, poi a Zero Branco, Silea o Breda di Piave), lontani da occhi indiscreti. Il prezzo per il cliente saliva fino a 200 euro se la prostituta, scelta tra gli annunci online, anche in base alla recensioni dei siti specializzati, veniva accompagnata direttamente a domicilio, come fosse una pizza, per festini a base di sesso. Era questo il tariffario, variabile a seconda delle richieste (c'è chi chiedeva servizi particolari) e della danarosità del cliente, di una piccola impresa della prostituzione che incassava ricavi accertati per oltre 200mila euro (tutto chiaramente esentasse).
L'OPERAZIONE
A scoprire questo ricco giro di prostituzione sono stati i carabinieri di Treviso (nella foto a destra), coordinati dal tenente Andrea Caminiti, comandante del nucleo radiomobile: nei giorni scorsi, al termine di un'indagine durata per alcuni mesi, hanno arrestato per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione P.T., 33enne moldava. Si tratta della compagna di Florin Ionut Stingaciu, il 26enne moldavo che si trova attualmente in carcere per l'omicidio di Igor Ojovanu, avvenuto a Fontane di Villorba il 29 settembre dello scorso anno. È proprio nel corso delle indagini sul delitto che i militari hanno scoperto il giro di prostituzione gestito dalla donna che ospitava le ragazze - tutte moldave, quasi tutte tra i 29 ed i 30 anni oltre a una 17enne - in un appartamento della palazzina di Fontane vicino alla quale si è consumato il delitto, durante l'addio al celibato del povero Igor, accoltellato dal 26enne. Ad insospettire gli investigatori, dopo l'omicidio, c'era anche l'alto tenore di vita tenuto dal presunto killer, da allora in carcere (non lavorava ma si spostava a bordo di un Porsche Cayenne), e dalla compagna: una coppia che non faceva nulla per nascondere la propria ricchezza.
GLI SPOSTAMENTI
Dopo l'omicidio l'attività (certamente disturbata dalla grande attenzione mediatica e dalla presenza costante delle forze dell'ordine nella zona del condominio) era stata trasferita prima a Zero Branco, in un appartamento nei pressi del centro commerciale Zero Center (poi abbandonato a causa degli alti costi dell'affitto), e poi a Lanzago di Silea, a casa di uno dei due complici della donna, il connazionale 51enne B.V. L'altro uomo di fiducia della maitresse, B.D., un moldavo 19enne di Breda di Piave, è stato arrestato perché durante la perquisizione avvenuta nell'ambito di questa indagine sono stati rinvenuti nella sua abitazione sei involucri di cocaina da mezzo grammo ciascuno e sottoposto ora ad obbligo di firma. Eseguire i provvedimenti non è stato per nulla agevole per i militari: a Breda il padrone di casa ha finto di essere addormentato e non apriva la porta di casa mentre a Fontane, dove viveva la 33enne, i carabinieri sono dovuti entrare in casa da una finestra, con l'aiuto di una scala mobile dei vigili del fuoco di Treviso.
I SEQUESTRI
È stato sequestrato anche diverso materiale informatico tra cui telefoni cellulari (ogni squillo era dotata di un proprio numero di telefono, stratagemma per non ricondurle in modo diretto alla 33enne) e una macchina fotografica che serviva per il book fotografici da pubblicare sui siti di annunci come BakekaIncontri o Moscarossa. Tra le sette prostitute identificate dagli investigatori c'era anche, come detto, anche una minorenne moldava. Proprio per questo nei confronti della 33enne e del 51enne (l'unico dei tre attualmente a piede libero) è contestata l'aggravante della prostituzione minorile. Sentiti nel corso dell'indagine anche decine di clienti, molti dei quali molto facoltosi, oltre ad alcuni residenti dei condomini in cui l'organizzazione aveva fatto prostituire le ragazze.
Nicola Cendron
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