L'INTERVISTA
TREVISO Il Covid, le imprese, le incertezze e il futuro. Alberto

Domenica 17 Gennaio 2021
L'INTERVISTA
TREVISO Il Covid, le imprese, le incertezze e il futuro. Alberto Zanatta, vicepresidente vicario di Assindustria Venetocentro, con delega per il territorio di Treviso, oltre che alle relazioni sindacali, traccia il primo bilancio del 2020 per l'industria trevigiana. «E' stato un anno evidentemente condizionato dal prolungato lockdown primaverile e dalla discontinuità provocata dalla pandemia anche nei consumi. Sono stati coinvolti in maniera trasversale tutti i settori, in misura maggiore o minore. Un anno difficile per le persone, le imprese, le istituzioni, per la comunità nel suo insieme».
Anche per Assindustria?
«L'associazione ha lavorato continuativamente, spesso anche 24 su 24, per supportare le imprese, a partire dall'ascolto e dal fornire indicazioni concrete su normative e sostegni. Posso dire che siamo stati un punto di riferimento in un momento di disorientamento generale».
Che prospettive vede per i prossimi mesi?
«Preoccupa l'incertezza. E' impossibile fare previsioni su come evolverà la pandemia, su quali saranno le decisioni sul piano italiano per il Recovery Plan e il suo impatto nei nostri territori. I vaccini rappresentano una speranza di luce in fondo al tunnel, ma anche in questo caso bisognerà vedere l'andamento della campagna vaccinale. Anche il 2021, comunque, sarà un anno complesso per le imprese e per il lavoro».
Ci sono ambiti più a rischio?
«Si dovrà riservare grande attenzione alle imprese più fragili dal punto di vista finanziario, in particolare alle pmi che rappresentano snodi essenziali nelle filiere, in modo da assicurare la liquidità necessaria alla ripartenza. Dobbiamo attrezzarci per tempo, come Paese e come territorio, dialogando tra le parti sociali e le istituzioni per passare dalla logica dei sussidio, necessaria nelle fasi più difficili, a politiche e strumenti di ricostruzione, rilancio, innovazione e riqualificazione del capitale umano».
Già la scorsa estate, quando l'emergenza si era allentata, l'economia aveva registrato un rimbalzo.
«Effettivamente abbiamo intravisto un raggio di sole, poi purtroppo il cielo si è rannuvolato di nuovo. Ma quando questa tempesta finalmente passerà, ci sarà un risveglio: dopo una guerra, arriva la ricostruzione. Dobbiamo tenere duro ancora nei prossimi mesi per poter essere pronti in quel momento a coglierle al massimo la ripartenza».
Guardando alla Marca, quali sono i punti di forza?
«In questo 2021 ci attendono importanti novità: l'inizio della circolazione sulla Superstrada Pedemontana, la riapertura di un aeroporto potenziato, la Cittadella sanitaria in dirittura d'arrivo, con il contestuale avvio del corso di laurea in Medicina a Treviso con l'università di Padova. E altre iniziative sono state annunciate, sempre sul fronte universitario, con Ca' Foscari. Dovremo iniziare a programmare con una visione di area vasta, metropolitana'. Quella visione che la nostra associazione promuove da tempo e che è stata applicata con successo nell'aggregazione tra Unindustria Treviso e Confindustria Padova».
Qualcuno invoca restrizioni drastiche per bloccare l'impennata dei contagi. Sarebbero sostenibili per le imprese?
«Sono scelte molto difficili, che competono ai decisori politici, dopo aver sentito gli esperti. Per quanto mi riguarda, però, un nuovo lockdown è da scongiurare. Con il rischio di pandemie, probabilmente, dovremo convivere anche nei prossimi anni, perciò eviterei misure drastiche, cercando piuttosto, come in parte stiamo facendo, forse un po' troppo timidamente, di cambiare le nostre abitudini e promuovere il rispetto dei protocolli di prevenzione».
Licenziamento per i dipendenti che non si vaccinano: sarebbe favorevole?
«Si entra nella sfera delle scelte personali, sarebbe una forzatura, soprattutto se legata all'ambito aziendale. Meglio fare opera di informazione e persuasione. Ovvio che se tutti ci vacciniamo potremo bloccare la diffusione del virus, mentre se metà della popolazione non lo fa, la copertura rimarrà incompleta. Com'è altrettanto ovvio che ci si vaccina non solo per la propria salute, ma anche per quella di chi ci sta attorno, in ufficio o in fabbrica».
A fine marzo, salvo rinnovi, scadranno la cig per Covid e la moratoria sui licenziamenti. C'è il rischio di un boom di esuberi?
«Mi auguro di no, naturalmente. Bisogna però essere anche realisti e mettere in conto che questa situazione possa avere delle conseguenze. Molti imprenditori hanno assicurato gli ammortizzatori sociali anticipando i trattamenti economici in costante vicinanza anche umana con i propri collaboratori e le loro famiglie. Per i prossimi mesi bisogna mettere in campo tutti gli strumenti, ammortizzatori e politiche attive, per diluire questo eventuale rischio in attesa di una fase di ripartenza».
Mattia Zanardo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci