L'INTERVISTA
TREVISO «Ci sono sei comuni che vanno alle elezioni con una

Venerdì 24 Maggio 2019
L'INTERVISTA
TREVISO «Ci sono sei comuni che vanno alle elezioni con una sola lista. Spero che il quorum venga raggiunto dappertutto perché, diciamocelo, in organico non ho sei commissari da mandare». Il prefetto Maria Rosaria Laganà lo dice scherzando, ma neanche troppo. Il proliferare del candidato unico è tra i tratti caratterizzanti delle elezioni amministrative in programma domenica. Da qualunque prospettiva lo si osservi non è un bel dato, evidenzia che qualche falla da tamponare c'è. Il prefetto, nella sua analisi fatta durante la visita alla redazione de Il Gazzettino, una soluzione la propone: favorire le fusioni.
Prefetto Laganà, il fenomeno del candidato unico la preoccupa.
«Preoccupare no, ma spero vivamente che il quorum venga raggiunto perché non ho così tanti commissari da inviare».
E avrebbero potuto essere molto di più se, in molti comuni, non avessero utilizzato le liste civetta: un escamotage...
«Sarà pure un escamotage, ma il problema non è questo. È che bisognerebbe non arrivare a situazioni simili. Quando ero a Pordenone mi è capitato anche di avere comuni senza nemmeno un candidato, altra situazione spiacevole».
E quale soluzione suggerisce?
«La mia idea è spingere sulle fusioni dei piccoli comuni. Se una realtà non riesce a esprimere più di un candidato forse è anche perché la comunità è piccola. Per me la fusione andrebbe seriamente valutata per tante amministrazioni».
Nella Marca abbiamo avuto due casi: la mancata fusione tra Villorba e Povegliano e, al contrario, la felice unione tra Crespano e Paderno del Grappa sfociati in Pieve del Grappa.
«Quello di Pieve del Grappa è stato un lavoro splendido portato a termine dai due sindaci. Le due realtà si sono fuse mantenendo però ognuna la propria identità, ma razionalizzando servizi e costi».
I cittadini di Villorba e Povegliano hanno invece detto di no.
«Mi dispiace, ma la realtà dimostra che dove è stata scelta la fusione nessuno ha mai voluto tornare indietro».
Rimanendo in tema di elezioni, in questa campagna elettorale sembra che la tensione sia più alta del solito.
«Sinceramente non ho verificato cosa sia successo cinque anni fa in situazioni analoghe, non ho un raffronto. In questi ultimi giorni ci sono stati messaggi duri, anche di morte, arrivati essenzialmente via social, ma non solo. Mi sorprende che sia accaduto anche in comuni solitamente molto tranquilli. Probabilmente qualcuno si sta facendo influenzare da un certo tipo di dibattito, ma non ci sono situazioni preoccupanti».
Ha fatto riferimento ai social: lei li usa?
«Assolutamente no. Un po' perché sono ben poco tecnologica, ma soprattutto perché non ne sono per niente attirata. Sono uno strumento da utilizzare con grande attenzione: quando si commenta qualcosa, lo si fa praticamente davanti a tutti. Sinceramente sono contenta di non avere questa mania».
Cambiamo argomento: sicurezza e ordine pubblico. Ci sono problemi?
«Criticità particolari non ce ne sono, mi sembra tutto sotto controllo. In centro si sta risolvendo anche la situazione dei giardinetti di Sant'Andrea. E comunque bisogna che in ogni città ci sono zone che hanno frequentazioni particolari».
A Treviso si può parlare di degrado?
«Direi proprio di no. Ogni tanto mi verrebbe voglia di proporre un esperimento: portare chi parla di degrado in certe realtà e gli amministratori di quelle realtà, che magari tendono a sottovalutare le cose, qui. Tanto per vedere la differenza».
In città però abbiamo il caso del grattacielo di via Pisa, da anni fonte di innumerevoli problemi.
«Ne abbiamo parlato anche in qualche riunione del comitato Sicurezza».
E che difficoltà ci sono?
«La presenza di qualche appartamento utilizzato come struttura d'accoglienza ha contribuito a complicare un po' la situazione. Ma del resto, se nessuno fa la raccolta differenziata non si può certo chiedere a questi ragazzi di dare il buon esempio».
Ma ci sono pericoli strutturali?
«I vigili del fuoco hanno detto che con l'anti incendio non ci sono problemi. La questione è che non vengono pagate le spese di condominio e ormai il debito è molto alto».
Come pensate di agire?
«Il sindaco ha detto che contatterà l'amministratore e incaricherà la polizia locale di fare delle verifiche su chi vive là dentro. Vediamo che situazioni emergono».
Una delle emergenze di questo periodo è il ritorno sul mercato di droghe che si pensava sparite, come l'eroina.
«Sul consumo di droga da parte dei giovani dobbiamo lavorare. In questa provincia è per certi versi inspiegabile: le scuole sono di alto livello, le famiglie stanno bene o sicuramente in media col resto d'Italia, chi vuole lavorare un posto lo trova. Bisogna capire perché alcuni ragazzi cercano queste sostanze».
Forse è l'eccessivo benessere il problema...
«Magari il controllo delle famiglie si sta allentando, qualcosa si sta perdendo per strada. Il mettere continuamente in discussione la scuola non aiuta».
A proposito di disagio e degrado: in questi giorni a Conegliano si è parlato molto del gruppo di ragazzi di origine straniera che postano video molto aggressivi.
«Abbiamo verificato, in realtà non si tratta di teppistelli, ma di ragazzotti esuberanti, magari da mettere un po' in riga».
E Ll situazione dei richiedenti asilo?
«In provincia sono calati, siamo attorno alle 1100 presenze in tutto il territorio».
Tante associazioni non parteciperanno ai bandi per accoglienza per via del taglio dei servizi.
«La riduzione a 30 euro per ogni richiedente asilo non mi preoccupa: è dovuta a una razionalizzazione dei costi. Tanti servizi andrebbero rivisti. Per esempio: l'assistenza psicologica. Dopo tre anni di permanenza in Italia, un profilo psicologico è già stato fatto. Ma gli esempi sono tanti. Vanno bene i corsi d'italiano, ma è anche vero che tanti ragazzi hanno imparato la lingua facendo piccoli lavori. Forse andrebbe rivisto il sistema».
La notizia di questi giorni è stata l'espulsione del giovane tunisino residente a Breda accusato di essere un pericolo per l'Italia.
«Un caso sporadico. Il ragazzo in questione qualche mese fa era finito in alcune intercettazioni e messo sotto controllo. Non c'è nessun allarme».
Paolo Calia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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