In 600 in piazza per Open Piave: «Il Comune non la affossi»

Domenica 13 Gennaio 2019
LA MANIFESTAZIONE
TREVISO «All'attuale sindaco dico: avremo fatto degli errori ma sarebbe ingiusto non salvare il buono di questa esperienza. Ed è molto». Giovanna Quarto, presidente di Open Piave, arriva in piazza Santa Maria Battuti insieme a Liana Manfio, Mara Buoso, Antonella Tocchetto e Stefano Pelloni. La piazza a poco a poco si riempe: una manifestazione colorata e pacifica, circa 600 persone sotto il vigile controllo delle forze dell'ordine. «Ho sempre tenuto il basso profilo, ma oggi faccio un appello alla ragionevolezza. L'esperienza di rigenerazione urbana di Open Piave ha dimostrato che un'altra cittadinanza è possibile. Presenteremo nuovi progetti, stiamo adeguando la sala concerti, continueremo con iniziative pubbliche. Siamo volontari che si sono presi a cuore un buco nero della città, questo va considerato».
MICROFONO APERTO
I ragazzi del centro sociale alternano musica e slogan secondo la formula del microfono aperto: cittadini e associazioni raccontano le proprie esperienze. «Siamo noi la vera opposizione a Conte a i suoi: a chi vuole mettere il bavaglio alla solidarietà e all'inclusione». Liana Manfio, al tempo assessore e artefice del protocollo, difende senza se e senza ma un progetto che ha creato nel mandato Manildo dal nulla. «Lo stile mi pare che sia quello di distruggere il pregresso. Ci vuole onestà, i ragazzi si sono impegnati a fondo per arrivare alla norma. Non posso credere che tutto venga cancellato: ci sono prospettive come il Ceod che devono trovare concretezza. Non ha senso scoraggiare imprenditori che vogliono investire. Non credo che la città accetti la cancellazione di un'esperienza come questa».
IL CORTEO
Duecento persone in piazza mandano in scena la protesta: Django, Talking hands, Coalizione civica ed esponenti del Pd cittadino. Giovanni Tonella invia un messaggio di supporto all'happening. «L'operazione OpenPiave era ed è la chiave per rigenerare una parte della città di Treviso, diversamente abbandonata e non utilizzata, ed è un progetto sociale che produce e produrrà servizi e luoghi di socializzazione - scrive -. Una operazione importante che non va ostacolata, dispersa o peggio criminalizzata come sta facendo il Conte sindaco non pervenuto di Treviso. Pertanto tutte le azioni e manifestazioni in difesa dell'orizzonte OpenPiave non possono che avere il mio sostegno politico». Stefano Pelloni punge l'amministrazione sullaquestione del Centro diurno di lavoro per disabili adulti. «Mi risulta che ci siano associazioni che stanno investendo come il Ceod, che vuole investire 500 mila euro, e un vicensindaco che invece tende a disincentivare agitando lo spettro della chiusura. Ora, io non so come De Checchi voglia riqualificare i buchi nei. Questa non mi sembra la strategia giusta». Tra le esperienze di punta il lavoro, la scuola, la distribuzione di abiti e scarpe, il ricovero dei senza tetto, ribadite dai vari interventi. «Noi non molleremo - conclude Giovanna Quarto- ho ricevuto intimidazioni e messaggi affissi sul mio portone. Sono preoccupata e sto valutando un esposto. Ma sull'esperienza di Open Piave non si torna indietro».
El.Fi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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