Il Tar dà ragione a Paccagnella e salva il Comune

Venerdì 18 Settembre 2020
CONEGLIANO
È stata una battaglia tra parenti, con il coinvolgimento anche del Comune - difeso dall'avvocato Vincenzo Grosso, che ha seguito fin dall'inizio le vicenda - a colpi di carte bollate. Una sentenza del Tar del Veneto, che ha giudicato improcedibile il ricorso principale, irricevibili i secondi motivi aggiunti e ha respinto un ricorso incidentale, ha messo fine alla controversia sulla possibilità concessa dal Comune di Conegliano di costruire in via delle Ginestre sulla collina di Monticella, attorno alla villa di Adriano Paccagnella, in una sua proprietà inedificata, che confina con quella di due sue parenti, che si erano opposte.
Si tratta di Sofia Salvetti e Verdiana Durand De La Penne, che avevano presentato ricorso «per l'annullamento della deliberazione consiliare del 21 dicembre 2015 e di adozione del Pat» opponendosi al «recepimento dell'accordo pubblico-privato tra il comune e la ditta Paccagnella». Era stato depositato nell'aprile del 2016 ed erano stati presentati ulteriori atti, dopo che nel 2017 l'accordo era stato recepito dal piano degli interventi del Pat.
La vicenda risale al 1997 quando ad Adriano Paccagnella fu negato il permesso a costruire in una proprietà di famiglia in via Benedetto Croce sulle pendici ad ovest della collina del Castello, benché ne avesse il titolo per farlo, in base al Prg vigente e per il quale non erano state approvate varianti. In seguito a una sentenza del Tar del 2013, rispetto alla richiesta iniziale di un indennizzo di 2 milioni e 700mila euro a carico del Comune, dopo estenuanti trattative, era stato raggiunto un accordo sulla base di un milione e 550mila euro: 620mila euro in contanti da versare a rate in cinque anni, più la possibilità di costruire tremila metri cubi in via delle Ginestre, 800 metri cubi nella parte bassa di via Benedetto Croce e su 240 metri cubi più in alto verso il Castello. Paccagnella aveva poi rinunciato a mille dei tremila metri cubi in via delle Ginestre, trasferendone 400 in via Croce, ricevendo un indennizzo di 116mila euro e un altro di 230mila euro per non realizzare un ristorante di 240 metri quadrati nella parte altra di via Croce, ma solo di un chiosco di 100 metri quadrati. Nonostante la riduzione delle volumetrie concessa in via delle Ginestre, le parenti e confinanti di Paccagnella si erano opposte, ricorrendo al Tar, che lo ha ora respinto. Oltre che Paccagnella si era costituito in giudizio anche il Comune, difeso dall'avvocato Grosso, eccependo l'inammissibilità del ricorso. «Tra l'altro - ha rilevato - il Tar ha riconosciuto che se c'erano delle osservazioni da fare, dovevano essere presentate quando venne adottato il Pat. La sentenza salvaguarda gli interessi del Comune, perché in caso contrario si sarebbero rimessi in discussione gli accordi sottoscritti».
Giampiero Maset
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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