IL PROGETTO
TREVISO Un censimento dei furti avvenuti in città, segnato via

Domenica 19 Gennaio 2020
IL PROGETTO
TREVISO Un censimento dei furti avvenuti in città, segnato via per via. Un elenco poi da trasportare su una mappa per individuare le zone più colpite e organizzare servizi di controllo specifici, mirati. La polizia locale, per il 2020, ha intenzione di potenziare le misure per tentare di porre un argine alle razzie che, ogni anno tra ottobre e dicembre soprattutto, colpiscono gli appartamenti cittadini. «Uno degli obiettivi per quest'anno - annuncia il comandante Andrea Gallo facendo da un lato il bilancio dell'attività compiuta negli ultimi dodici mesi e dall'altra indicando i prossimi traguardi - sarà quello di creare una mappatura dei furti. Chiediamo per questo la collaborazione dei cittadini: vengano a segnalarci quando e dove accadono. Noi provvederemo a segnare i posti e fare un'analisi per capire dove concentrare i nostri servizi». Non è una novità assoluta, anche il questore Vito Montaruli sta lavorando a una geo-localizzazione dei furti ma, ovviamente, su scala più ampia. La polizia locale invece si concentra su Treviso che è sì stata colpita dall'ultima ondata di furti, ma non travolta come invece è capitato in altre zone.
LE CONTROMISURE
Tra la metà di novembre e la fine di dicembre, nel pieno della polemica nata per i continui colpi nelle case dei trevigiani, compreso l'appartamento dell'ex sindaco Gian Paolo Gobbo, il comandante Gallo ha deciso di affiancare l'azione messa già in campo dalle altre forze dell'ordine. Sono così partiti i posti di blocco cittadini. Dalle 17 fino a tarda sera, soprattutto nei quartieri e lungo le principali vie d'accesso alla città, le pattuglie di vigili hanno fermato a campione, le auto in transito. In poco più di un mese sono state controllate e identificate 3.335 persone. «È stato un lavoro importante - sottolinea il comandante - servito a monitorare la situazione. Anche adesso stiamo continuando col medesimo servizio: pattuglie nei quartieri e controlli intensificati soprattutto tra le 17 e le 21». Per il sindaco si è trattato di un contributo fondamentale alla sicurezza: «Magari è servito a tenere lontana qualche banda. Come sindaco non provo alcun piacere quando un furto non avviene nella mia città ma in quella vicina - sottolinea - però è un dato che, a Treviso, abbiamo registrato molti meno episodi che da altre parti. Aver controllato in meno di due mesi oltre tremila persone nelle ore più critiche, quelle in cui venivano messi a segno la maggior parte dei colpi, ha sicuramente contribuiti a tenere alla larga da Treviso chi aveva brutte intenzioni in mente». E nel 2020 si punta al salto di qualità con servizi ancora più mirati, organizzati in base alle segnalazioni.
IN CITTÀ
Altro obiettivo legato alla sicurezza è ripristinare integralmente il vigile di quartiere. A oggi la città è stata divisa in cinque quadranti: centro, poi zona nord, sud, est e ovest. Per ognuna c'è un ufficiale di riferimento mentre il personale di pattuglia ruota. Per coprire il territorio, che resta vasto, non si può fare altrimenti considerata la pianta organica a disposizione, circa 80 vigili. «La nostra intenzione - ha chiarito Alessandro Manera, assessore al personale - è di arrivare a 100 unità, sarebbe un grande cambio di passo anche perché, ormai, i compiti richiesti alla polizia locale sono molteplici». Intanto, di sicuro, arriveranno 5 nuovi vigili che verranno assegnati proprio ai quartieri.
L'ASPIRAZIONE
Parlando di sicurezza, Conte ha colto la palla al balzo per rispolverare un suo grande cavallo di battaglia: la lotta per equiparare la polizia locale alle altre forze dell'ordine. «Direi che è diventato indispensabile equiparare i nostri agenti con quelli di tutte le polizie locali: vanno in strada ogni giorno affrontando tutti i rischi del caso. Ma non hanno la stessa copertura. Intanto la nostra amministrazione ha voluto finanziare l'assicurazione per ogni agente, che prima non c'era. Ma serve un riconoscimento a livello governativo. Quando una nostra pattuglia ferma una macchina per un controllo, non può rimanere 20-30 minuti in attesa prima di sapere l'esatta identità di chi ha davanti solo perché non ha accesso alle banche dati di cui usufruiscono le altre forze dell'ordine. Fortunatamente qui a Treviso c'è la massima collaborazione tra noi, carabinieri, polizia e guardia di finanza. Ma gli agenti della locale devono poter avere le stesse possibilità di tutti gli altri. E in questa partita mi avranno sempre al loro fianco».
Paolo Calia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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