Il prefetto: «Senza denuncia non si poteva disarmare»

Martedì 21 Maggio 2019
Il prefetto: «Senza denuncia non si poteva disarmare»
IL COMMENTO
SILEA Può un anziano sociopatico, con screzi famigliari decennali e rapporti di vicinato tesissimi, detenere un fucile da caccia? La domanda, corale, è implicita il giorno dopo l'omicidio di Paolo Tamai da parte del suocere Antonio Padovan. E la risposta è una sola: può. Perchè la legge lo prevede. «Se le liti famigliari restano note nell'ambito della famiglia o della strada di residenza ma non vengono denunciate, noi non possiamo fare nulla» conferma infatti il Prefetto Maria Rosaria Laganà «È solo con una denuncia o una segnalazione alle forze dell'ordine che la Questura procede all'eventuale sequestro. Ma in assenza di un documento scritto non abbiamo titolo per intervenire».
I TERMINI
La detenzione di fucili da caccia è possibile fino al termine della vita. Come per la patente, non esiste un'età limite se un medico legale certifica che la persona ha i requisiti. «In Italia moltissimi anziani, cacciatori in gioventù, tengono i propri fucili fino al termine della vita lasciando ai figli questi oggetti-riprende il Prefetto- l'età non è di per sè un discrimine. Il tema è invece capire se la persona abbia i requisiti psico-fisici per la detenzione. E questo viene certificato da uno specialista. Mi rendo conto della situazione e della tragedia. Ma se la famiglia o i vicini o il socio del defunto avessero segnalato qualcosa alle Istituzioni, ci sarebbe stata la possibilità di approfondire. Poichè questo non è mai stato fatto, oggi diventa difficile procedere per dietrologie».
ARSENALI DORMIENTI
L'Italia è dunque piena di potenziali arsenali domestici a disposizione di persone anziane fuori controllo? «Non è affatto così - sbotta Gianni Garbujo, presidente regionale dell'Associazione venatoria caccia, pesca, ambiente - l'Italia è il paese europeo con le leggi più restrittive. Dopo la riforma dello scorso anno, le visite di controllo sono state portate a 5 anni per il porto d'armi ed è stata introdotta l'obbligatorietà del certificato medico anche per la sola detenzione». Questo concretamente implica che il possessore di un fucile da caccia faccia prima una visita con il suo medico curante, ottenga un certificato faccia una seconda visita con un medico legale che valutate le sue condizioni dia alla fine una sorta di idoneità a tenere un fucile da caccia all'interno dell'abitazione. «La detenzione o il porto sono però subito revocati nel caso di denuncia o querela. Anche una segnalazione alle forze dell'ordine può mettere in atto il ritiro. Ma deve arrivare». Federcaccia veneto ha un'età media di detentori piuttosto alta. «Lo scorso anno è stato effettuato l'ultimo rinnovo ad un 94 enne in ottime condizioni psicofisiche. Quanto avvenuto è gravissimo, ma episodi di questo genere sono una rarità. Questo perchè i cacciatori italiani devono per legge sottoporsi a controlli serrati, avere una fedina penale immacolata, esibire profilo psicofico perfetto. Siamo controllatissimi», conclude Garbujo.
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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