Il prefetto: «Bandiere da rispettare»

Giovedì 18 Luglio 2019
Il prefetto: «Bandiere da rispettare»
LA POLEMICA
TREVISO «Ho chiesto al sindaco di mandarmi una sua versione dei fatti. Al momento conosco solo quanto riportato dagli esposti e dalla lettura dei giornali. Potrebbe essere la classica tempesta in un bicchiere d'acqua, del resto questa giunta non ha mai dato problemi per quanto riguarda il rispetto del tricolore o di altri simboli dello Stato».
L'ATTESA
Il prefetto Maria Rosaria Laganà resta in attesa. Sta seguendo la polemica che coinvolge l'assessore alla Scuola Silvia Nizzetto, venetista convinta, con un certo interesse. La contestata esibizione della bandiera del Veneto ha dato il via a una discussione infuocata. L'assessore rivendica il diritto di esporre liberamente il simbolo della cultura veneta e della Serenissima. Cosa che ha fatto puntualmente in diverse occasioni, anche a margine di cerimonie pubbliche in cui ha indossato la fascia tricolore durante la fase ufficiale e la fascia veneta, che si porta sempre in borsa, alla fine, quando di ufficialità non si parlava più. Ma tanto è bastato per scatenare polemiche a non finire, sfociate in due esposti in prefettura. «Quello che ho chiesto al sindaco non è una memoria difensiva - chiarisce il prefetto - ma una semplice spiegazione. Si parla sempre di un utilizzo della bandiera veneta a margine di alcune cerimonie, non quindi nella parte ufficiale. E voglio quindi comprendere esattamente quali episodi si stanno prendendo in considerazione. In un caso si cita una foto con un gruppo folcloristico messicano dove l'assessore compare indossando una fascia che rimanda ai colori della bandiera veneta: magari in quell'occasione il tricolore, in effetti, non ci sarebbe stato bene. Ma non voglio pronunciarmi adesso, voglio però capire anche perché mi dispiacerebbe se un legittimo dibattito politico dovesse degenerare. Quali potrebbero essere le conseguenze? È tutto da valutare. Si tenga comunque conto che non esiste un disciplinare sull'utilizzo della fascia tricolore. Teoricamente, dovrebbe essere indossata solo dal sindaco, anche se è ormai diventato normale che venga delegata anche al vice o agli assessori. Non ci sono quindi delle norme precise con relative sanzioni in caso di mancato rispetto». Il prefetto attende ora la nota del sindaco: «È bene approfondire ma, ripeto, questa amministrazione, sia la giunta che i rappresentanti dei gruppi di maggioranza e di opposizione, non hanno mai dato alcun tipo di problemi in merito al rispetto dei simboli del nostro Stato o del tricolore».
LE SPIEGAZIONI
Intanto nessuno retrocede dalle proprie posizioni. La Nizzetto ha già chiarito di non aver mai voluto mancare di rispetto a nessuno, men che meno al tricolore, ma di aver esibito la bandiera veneta solo alla fine di manifestazioni pubbliche. E comunque di considerare quel vessillo non un simbolo politico, ma culturale «che unisce e non divide». Ma non cambia idea nemmeno Luigi Calesso di Coalizione Civica, autore degli esposti: «Tutta questa vicenda - spiega - non ha nulla a che vedere con l'identità veneta o con la storia della Serenissima, che nessuno ha mai voluto mettere in discussione. Anzi, i loro simboli meritano rispetto. E forse, utilizzandoli come fa l'assessore Nizzetto, è la vera mancanza di rispetto. Comunque il prefetto ha deciso di muoversi, evidentemente qualcosa da chiarire c'è». Poi Calesso si rivolge a Conte, che difende la posizione dell'assessore: «Le parole del sindaco lasciano il tempo che trovano - attacca - dice che l'opposizione si dovrebbe occupare di cose più importanti? Gli ricordo che 15 giorni fa noi di Coalizione Civica gli abbiamo presentato delle puntali proposte sul trasporto pubblico senza ricevere il benché minimo riscontro. Questo a dimostrazione che si possono fare proposte amministrative e anche discutere di questioni più etiche».
Paolo Calia
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