Il popolo no vax torna in piazza ora ha persino un proprio inno

Domenica 8 Agosto 2021
Il popolo no vax torna in piazza ora ha persino un proprio inno
LA PROTESTA
TREVISO Il popolo no vax ora ha persino un inno. Una ballata cantata per la prima volta ieri pomeriggio in piazza dei Signori, dove per la quarta volta in tre settimane è andata in scena la protesta di chi, nonostante i morti, i contagi e le conseguenze drammatiche della pandemia, continua a rifiutare i provvedimenti messi in atto a tutela della salute pubblica. Niente mascherine e poco distanziamento ovviamente per le 600 persone che si sono date appuntamento in centro («la manifestazione era stata autorizzata») per ribadire la loro ferma contrarietà ai vaccini e al Green pass.
LA CRITICA
I toni della protesta sono stati come sempre accesi, del tutto in antitesi con le parole dell'inno no vax , il cui ritornello (sulle note della vita) si alterna a frasi dal sapore agreste e bucolico (torneremo a cantare e a danzare) ad inni alla protesta (e sarà disobbedienza) che ricordano le battaglie degli anni Settanta per i diritti civili. «Hanno creato un labirinto e ci hanno messo dentro come topi» urla un manifestante dal palco, mentre sui cartelloni i riferimenti alla dittatura sanitaria (no vaxismo, con il termine accostato simbolicamente a nazismo e stalinismo) e al Green pass uguale Apartheid vanno per la maggiore. Il popolo no vax vive le nuove norme come l'ennesimo sopruso di uno Stato di polizia sanitaria, che tutto controlla a scapito delle libertà individuali. Libertà che, con una pandemia in corso, non possono che essere limitate al rispetto dell'incolumità altrui. Sui social in molti fanno notare quanto il Leone di San Marco, immancabile durante le manifestazioni no vax, sia anche il simbolo di quella Serenissima che sconfisse la peste con l'istituzione dei lazzaretti. Facendo proprio quello che i no vax contestano allo Stato italiano e, di fatto al mondo intero.
QUADRO CRITICO
Il tutto mentre l'allarme sanitario torna ad alzarsi in modo preoccupante in Europa, consapevole che ciò che sta accadendo in Cina, in cui sta riprendendo in alcune zone il lockdown, rischia prima o poi di presentarsi in Occidente. «Sono dei protocolli criminali», «Non vogliamo quel siero genico sperimentale» si ripete all'unisono in piazza dei Signori, citando studi, a loro volta sperimentali, e rapporti che svelano il grande complotto contro il popolo libero. «In questo periodo - spiegava pochi giorni fa il dottor Bruno Di Daniel, presidente dello Snami -, il nemico sono soprattutto le bufale e i social, dove vengono diffuse teorie balorde. Sono questi i maggiori ostacoli nel convincere la gente a vaccinarsi». (a.belt)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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