IL CASO
TREVISO Si sono ritrovati per un pranzo in compagnia a casa di un amico.

Sabato 24 Ottobre 2020
IL CASO TREVISO Si sono ritrovati per un pranzo in compagnia a casa di un amico.
IL CASO
TREVISO Si sono ritrovati per un pranzo in compagnia a casa di un amico. Tutto sembrava essere andato per il meglio. Invece nel giro di pochi giorni gli invitati sono stati catapultati al centro di un super focolaio di coronavirus. Attorno alla tavola c'erano venti amici, tutti di mezza età. E alla fine 15 persone, compresi alcuni familiari, sono stati contagiati dal Covid-19. Ora sono scattati gli isolamenti a domicilio. Il pranzo incriminato si è tenuto la settimana scorsa in un comune del distretto di Conegliano e Vittorio Veneto. La diffusione del virus non è emersa immediatamente. Nei giorni seguenti, però, uno degli invitati ha sviluppato dei sintomi simil influenzali. A quel punto si è rivolto al proprio medico di famiglia, che l'ha inviato a sottoporsi al tampone per il coronavirus. L'esito positivo ha fatto partire l'allerta.
INDAGINE EPIDEMIOLOGICA
Il servizio di Igiene e sanità pubblica dell'Usl ha avviato una precisa indagine epidemiologica per controllare i contatti avuti dal soggetto nell'ultimo periodo. È stato qui che l'uomo ha raccontato di quel pranzo che sembrava innocuo. La task force ha di fatto passato in rassegna le famiglie di tutte le persone che avevano mangiato attorno a quella tavola. Così hanno ricostruito l'origine del cluster. Anche alla luce di quest'ultimo focolaio, l'Usl della Marca lancia un appello quanto mai accorato: non si può abbassare la guardia, nemmeno se ci si trova con degli amici all'interno della propria abitazione. Sembra il luogo più sicuro del mondo. Se non si rispettano le precauzioni, invece, in questo periodo non è così. «Raccomando a tutti di adottare comportamenti improntati alla massima cautela anche nel privato sono le parole di Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca in questa delicata fase è l'unico modo per cercare di contenere il numero dei contagi da coronavirus». Nei giorni scorsi era scoppiato un altro focolaio in una festa di matrimonio, finita con 27 contagiati su 80 invitati (le nozze si erano tenute poco prima dell'entrata in vigore dell'ultimo Dpcm). L'attenzione deve restare ai massimi livelli. Non si scherza.
CLASSI IN ISOLAMENTO
L'altro fronte caldo rimane quello delle scuole. Ieri è scattata la quarantena per altre 5 classi. È inoltre emerso un caso di coronavirus in altre 9 sezione di scuole medie e superiori. I tamponi rapidi eseguiti in queste ultime, però, hanno evidenziato che i compagni di classe non erano stati contagiati. Tutti sono risultati negativi, a parte ovviamente lo studente positivo che ha fatto partire l'accertamento. E così non c'è stato nessun isolamento collettivo: le lezioni continuano normalmente, mentre vengono sospese le attività extra-scolastiche. A livello generale, oggi la Marca conta 2.764 persone in isolamento domiciliare, tra positivi, contatti e quarantene precauzionali. Tra queste, 573 ha manifestato dei sintomi. Nessuno può uscire, se non autorizzato.
CONTROLLI SUI BUS
Ieri mattina sono scattati dei controlli specifici per verificare il rispetto da parte degli studenti dell'obbligo di indossare la mascherina sugli autobus e sulle corriere della Mom. Gli agenti della polizia locale di Cittadella, assieme agli ispettori dell'azienda di trasporto, sono saliti sui mezzi che servono le scuole nella zona tra Castelfranco e Cittadella. Sono stati controllati 16 mezzi, compresi alcuni di Busitalia e non è stata riscontrata nessuna irregolarità. «L'attività di controllo è fondamentale tira le fila il sindaco di Cittadella, Luca Pierobon per evitare possibili lockdown e per far capire soprattutto ai ragazzi l'importanza del loro comportamento all'interno della società civile».
M.Fav
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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