IL CASO
TREVISO Per una settantina di ospiti si profilava l'uscita dalla caserma

Sabato 15 Agosto 2020
IL CASO
TREVISO Per una settantina di ospiti si profilava l'uscita dalla caserma Serena e la fine della quarantena perchè risultati negativi al Covid 19. Sarebbe servito però il secondo test, a conferma della negativizzazione. Dovevano farlo ieri pomeriggio. Ma un gruppo di richiedenti asilo, gli stessi secondo i gestori che stanno fomentando i disordini degli ultimi mesi, ha preso il sopravvento. «Vogliamo uscire, vogliamo uscire» si sono messi a urlare quando gli operatori hanno comunicato loro gli esiti dello screening di mercoledì. Alcuni dei migranti, risultati ancora positivi al covid 19, hanno preso il sopravvento e hanno aggredito due operatori di Nova Facility, strattonandoli e costringendo la polizia ad intervenire in forze e a portare fuori tutto il personale. È stato l'inizio della protesta, una trentina in tutto i protagonisti, durante la quale via Zermanese è stata chiusa al traffico. «Sono stati lanciati sassi e oggetti in strada, rischiavano di colpire le auto in transito» hanno spiegato polizia e carabinieri, che hanno dovuto negare l'accesso, per motivi di sicurezza, al personale dell'usl che avrebbe dovuto effettuare gli ultimi test agli ospiti già negativizzati e per i quali si sarebbe a breve profilata l'uscita dalla caserma e la fine della quarantena. Invece tutto da rifare, tutto da programmare, in una condizione in cui le tensioni sembrano crescere di giorno in giorno.
LO SCREENING
Eppure il pomeriggio era iniziato con notizie di certo confortanti, almeno per una buona parte dei profughi dell'ex caserma Serena. Mercoledì gli operatori dell'Usl avevano effettuato 255 tamponi di cui 230 agli ospiti e 25 agli operatori. Una cinquantina, nell'occasione, i migranti che si sono rifiutati di sottoporsi al test, per protesta. Rispetto allo screening precedente, in cui erano emerse 233 positività tra i richiedenti asilo e 11 tra gli operatori, la situazione è fortemente migliorata: 155 richiedenti asilo positivi e 71 negativi (4 da riprocessare). «Dei 71 negativi 63 erano positivi in occasione del controllo precedente - ha spiegato il direttore generale Francesco Benazzi - e ai negativizzati verrà fatto un nuovo tampone che, se negativo, consentirà di rimuovere le misure restrittive nei loro confronti». Stesso discorso per gli operatori, 7 i positivi e 18 negativi di cui 8 precedentemente contagiati. Il secondo test era in programma per ieri pomeriggio, e sarebbe stato solo un antipasto in attesa di un nuovo screening previsto già per martedì su tutti i profughi. Ma quando in caserma sono stati comunicati i risultati di mercoledì scorso, la situazione è sfuggita nuovamente di mano.
I DISORDINI
«Il coronavirus non esiste, ora andiamo tutti fuori» si è messo a urlare un gruppo di migranti dopo aver saputo di essere ancora positivi al Covid 19. Ne è nato un parapiglia, l'operatore che stava leggendo gli esiti è stato strattonato ed aggredito, e così il collega intervenuto in suo aiuto, preso alle spalle da un ospite e scagliato a terra. Gli agenti presenti 24 ore su 24 nel presidio esterno alla Serena, sono intervenuti subito, facendo uscire tutti gli operatori dalla struttura. Ed è in quel momento che una trentina di ospiti hanno preso il sopravvento, scagliando oggetti all'esterno e vandalizzando, stando a quanto riferito, stanze e uffici. Polizia e carabinieri hanno chiuso via Zermanese al traffico e si sono schierati in assetto anti sommossa davanti ai cancelli. Impossibile, in quelle condizioni, permettere agli operatori dell'Usl di entrare per effettuare i tamponi sui negativizzati. Sono stati rimandati a data da destinarsi, facendo così allungare i tempi dello svuotamento della Serena che, pur con le sue difficoltà visto quanto accaduto giovedì in via Pisa, risulta in questo momento necessario prima di tutto da un punto di vista sanitario. Alla Serena, ieri pomeriggio, sono arrivati anche il questore di Treviso Vito Montaruli, che ha seguito da vicino le trattative fino al rientro in serata degli operatori di Nova Facility in caserma, e il sindaco di Treviso Mario Conte. «La misura è colma una volta finita la quarantena i delinquenti vanno mandati a casa» ha detto il primo cittadino riferendosi a quei 10 migranti, fomentatori delle proteste dello scorso giugno e, a quanto pare, anche della rivolta di ieri pomeriggio, per i quali sarebbe già pronta la revoca dell'accoglienza, rimasti però, per ora, impuniti.
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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