I TIMORI
TREVISO Il coronavirus è entrato nelle case di riposo di Treviso.

Martedì 31 Marzo 2020
I TIMORI TREVISO Il coronavirus è entrato nelle case di riposo di Treviso.
I TIMORI
TREVISO Il coronavirus è entrato nelle case di riposo di Treviso. Un'anziana di 90 anni dello Zalivani, zona Fiera, è risultata positiva. È la prima residente in una struttura dell'Israa a essere colpita dal Covid-19. Asintomatica, ora è in isolamento in una stanza singola. Allo stesso tempo, anche un secondo medico esterno in servizio al Menegazzi di San Giuseppe ha contratto il virus. Per lui è scattata la quarantena domiciliare. La 90enne fa parte del gruppo di 60 anziani seguiti dalla dottoressa esterna che era stata contagiata dal Covid-19 e che adesso, ormai concluso l'isolamento, aspetta solo la conferma del tampone negativo per rientrare al lavoro. Lo Zalivani conta 138 anziani. Tra sabato e domenica 35 sono stati sottoposti al test e solo la 90enne è risultata positiva. Il tampone eseguito sulla signora che era in camera con lei ha dato esito negativo. Quest'ultima, pur non presentando sintomi, è stata comunque messa sotto sorveglianza. Sono stati sottoposti al test anche 53 dipendenti dello Zalivani e i risultati arriveranno nelle prossime ore.
IL QUADRO
Nel frattempo al Menegazzi, residenza con 244 anziani, è emersa la positività di un secondo medico esterno alla struttura. Non fa parte della stessa medicina di gruppo di Treviso dei primi due (il primo del Menegazzi e la stessa dottoressa dello Zalivani). Asintomatico, adesso è in isolamento domiciliare. «Negli ultimi 15 giorni ha visitato un solo anziano in modo diretto, restando a due metri di distanza e con tutti i dispositivi di protezione specificano dall'Israa sempre al Menegazzi ci sono tre anziani in supervisione sanitaria, in quanto visitati dal primo medico risultato positivo. Il periodo di osservazione finirà il 3 aprile».
L'ALTRO FRONTE
Il quadro è completato dalle residenze di Santa Bona, che ospitano 250 anziani: sei lavoratori sono stati invitati a rimanere precauzionalmente a casa dopo aver sviluppato qualche sintomo influenzale. Nella casa albergo e nel cohousing di borgo Mazzini, invece, è tutto tranquillo. Il livello di attenzione dell'Israa è massimo: ogni giorno viene misurata la febbre sia al personale che agli anziani. In un primo momento scarseggiavano le mascherine ma adesso è stato consegnato un carico di 2mila pezzi. Con quelle già a disposizione, ora è garantita una autonomia di dieci giorni. «Abbiamo ordinato 30mila mascherine da diversi fornitori rivelano dall'istituto ma molti ordini sono stati bloccati alle dogane per motivi a noi sconosciuti».
LE CRITICITÀ
Intanto prosegue l'incubo per la casa di riposo Cosulich di Casale sul Sile, gestita dall'assocazione Ca' dei Fiori. Qui sono risultati positivi 43 anziani su 83. La struttura ha dedicato un intero piano all'isolamento dei casi di coronavirus. E sta cercando personale. Quello rimasto in servizio è ormai allo stremo. Ieri il direttore Michele Basso ha lanciato un appello diretto anche alla casa di cura privata convenzionata Giovanni XXIII di Monastier per poter avere l'aiuto di infermieri e operatori che al momento non stanno lavorando, alla luce del blocco delle attività non urgenti.«Abbiamo appreso che alcuni reparti del vostro centro sono stati temporaneamente chiusi e che parte del personale è in ferie o sta usufruendo della cassa integrazione scrive su base volontaria, infermieri e operatori potrebbero lavorare in questo periodo, per il mese di aprile, presso il centro servizi Cosulich, naturalmente a carico nostro». Adesso si attende una risposta da Monastier.
M.Fav
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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