VAZZOLA
Con le bollicine accade quasi quotidianamente. Ma non era ancora capitato

Martedì 12 Marzo 2019
VAZZOLA
Con le bollicine accade quasi quotidianamente. Ma non era ancora capitato con la grappa. Primo clamoroso caso di italian sounding ai danni di un distillato. La vittima è Castagner, brand trevigiano delle vinacce. Attenzione dunque se si chiede un digestivo in Germania; guardare bene l'etichetta. Perché si potrebbe degustare una Grappagner. Nome non propriamente seducente, ma chiaro rimando all'originale vittima di plagio. Anzi, esercizio di sintesi.
«Ci copiano? Potrebbe anche essere un omaggio al nostro successo - commenta l'azienda - tuttavia i nostri legali sono già in azione». Rapida ricerca sul web e alert: così è stato proprio il patron Roberto Castagner a scoprire questa forma di contraffazione. La grappa si chiama Grappagner è prodotta con vinacce usate per lo champagne ed è distribuita in Germania. «Da un lato sono piacevolmente sorpreso commenta l'imprenditore trevigiano perché se è stato scelto intenzionalmente di far richiamo al marchio Castagner per promuovere una grappa vuol dire che ho raggiunto una reputazione internazionale maggiore di quanto io stesso immagini. Dall'altro non potrò fare a meno di attivare subito i miei legali e altrettanto faranno quelli di Assodistil come reazione ad un gesto di vera e propria concorrenza sleale».
Il far leva sull'utilizzo di etichette che evocano il vastissimo portafoglio agroalimentare di qualità italiano per promuovere e commercializzare prodotti che con il nostro Paese non hanno nulla a che fare, del resto, non è certo un fenomeno nuovo.  Fino ad oggi Assocamerestero, l'associazione dei 78 enti camerali italiani all'estero, ha censito oltre 800 prodotti italian sounding (come Parmesan, Mortadela, Sarvecchio anziché Stravecchio) i quali, nel 2018, avrebbero generato un giro d'affari di oltre 90 miliardi di euro, cioè quasi tre volte il valore delle esportazioni di analoghi prodotti autentici italiani.
Se per il vino il tarocco è all'ordine del giorno, con nomi come Persecco Pro-secco, Prozecco, per i distillati non ci sono precedenti e il caso di Grappagner non può certo essere considerato marginale dato che è proprio la Germania, con il 65% dell'export totale, il primo mercato di destinazione della grappa italiana. «Hanno scelto il mercato giusto -incalza Castagner- un prodotto in ascesa come la grappa e un brand affermato, per di più utilizzando una denominazione evocativa del lusso come champagne: credo ci siano tutti gli estremi per parlare di truffa ai danni dei consumatori su di un prodotto tutelato a livello europeo visto che la Grappa è un'IG».
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci