«Ha guadagnato dal crac Sira» la titolare finisce ai domiciliari

Martedì 13 Marzo 2018
L'INCHIESTA
VEDELAGO È agli arresti domiciliari da ieri mattina Carmen Favaro, la titolare dell'azienda di abbigliamento Sira di Fossalunga di Vedelago, dichiarata fallita il 29 dicembre 2016. È stato il gip Piera De Stefani a ordinare l'arresto in base alla pesante tesi accusatoria formulata dal pubblico ministero Massimo De Bortoli. L'imprenditrice è accusata di bancarotta fraudolenta: secondo il pm il fallimento dell'azienda non sarebbe avvenuto a causa della crisi o per semplice imperizia ma stato aggravato dalla frode. L'imprenditrice, secondo la tesi del magistrato, avrebbe distratto parte dei beni della Sira, portando l'attività al dissesto finanziario per trarne un vantaggio personale. Alle 8 di ieri mattina ad assistere l'imprenditrice durante l'esecuzione della misura cautelare, c'era l'avvocato veneziano Luigi Ravagnan, coinvolto per la difesa in sede penale dall'avvocato civilista Roberto Barbato, anche lui di Venezia, che già seguiva Carmen Favaro e che mantiene il mandato in questa vicenda insieme a Ravagnan.
LA DIFESA
«Una cosa la posso già dire in piena coscienza: non una lira è finita nelle tasche della mia assistita» sottolinea l'avvocato Ravagnan, che conosce personalmente la Favaro: «L'avvocato Barbato conosce bene l'imprenditrice, anch'io prima di queste vicende avevo avuto modo di conoscerla di persona - spiega Ravagnan - la signora Favaro in questa situazione è una vittima, ha investito tutte le sue disponibilità nell'azienda, per cercare di salvarla e rilanciarla, non ha certamente speculato. Anzi, devo dire che non è proprio una persona in grado di speculare, perché nella sua attività imprenditoriale ci ha rimesso».
L'INTERROGATORIO
Ma la Procura non è stata della stessa opinione: «Subito dopo l'emissione della misura ho parlato con il giudice, per fissare quanto prima l'interrogatorio di garanzia, a cui la mia cliente desidera sottoporsi il prima possibile per fare luce sulla situazione, pur essendo prevista dalla legge la possibilità di sottrarsi all'interrogatorio» chiarisce Ravagnan: «La mia cliente non ha nulla da nascondere». L'interrogatorio potrebbe tenersi già domani davanti al gip di Treviso. Il legale ha già parlato anche con il pm: «Ho già dato la massima disponibilità al pm De Bortoli, figura di grande garanzia, per chiarire ogni aspetto, dimostrando la linearità degli accadimenti che hanno portato al fallimento. Desideriamo fare chiarezza con lo spirito di massima collaborazione, affinché si possa chiudere questa questione, facendo regredire la misura».
IL CASO DEI CONTRIBUTI
Tra le irregolarità contestate dal gip, l'omesso versamento dei contributi ai dipendenti e l'Iva. «Se ci sono stati alcuni mancati versamenti, è solo perché non c'erano i fondi in cassa- precisa Ravagnan- Quello che è certo, e che sarà chiarito davanti al giudice, è che la signora Favaro si è comportata con la massima onestà. Il suo unico obiettivo era quello di cercare di salvare un'azienda che ha dato per tanti anni lustro al territorio. Purtroppo il suo tentativo è risultato vano. Ma tutto è stato fatto tutto alla luce del sole e nessun bene è stato distratto».
Maria Chiara Pellizzari
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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