GODEGO
«È il gioco americano. Il gioco che va di moda. Salire, prego.

Lunedì 24 Giugno 2019
GODEGO
«È il gioco americano. Il gioco che va di moda. Salire, prego. La regina del volo». Quante volte avrà ripetuto quell'invito. Nascere in un carrozzone, fare della leggerezza e del divertimento la propria vita. Soffrire un po' quel luogo comune che vede le giostre fare rima con un sottomondo dove il confine tra legalità e non è più labile. Innamorarsi di una donna, sfidare le convenzioni, farcela. Questa è stata la vita di Paolo Carraro, mancato a 87 anni, giostraio per dinastia e passione, racchiusa nelle parole di Gerardo Giacometti, durante l'omelia funebre celebrata a Castello di Godego due giorni fa. La famiglia, da almeno quattro generazioni, viaggia con la giostra da una sagra all'altra, compresa quella di Godego, dove, fino a non molti anni fa, Paolo montava le sue catene. «Il lunapark si popolava di attrazioni sempre più evolute-racconta don Gerardo- ma lui rimaneva legato a un fascino antico, quello di un seggiolino spinto in alto per rubare non solo una coda ma anche un po' di cielo». La vita di un giostraio potrebbe diventare una canzone di De Andrè, oppure essere raccolta da parole così sincere ed emozionanti, da darle nuova luce. La giostra racconta la pagina leggera della vita, la pagina della felicità. Incita a conservare un po' di fanciullezza, a condividerla con figli e nipoti. «La giostra-prosegue don Gerardo- racconta anche un'altra verità, non per chi ci sale, ma per chi appartiene a questo mondo. Il giostraio, infatti, evoca un immaginario non sempre entusiasmante, nel quale le colpe di qualcuno rischiano di essere attribuite a tutti. Paolo però non era così: era un lavoratore; una ricerca di integrazione sociale di cui, il segno più eloquente, è stato il matrimonio con Amelia Daminato. L'aveva adocchiata a Rosà, dove lavorava. Era andata alle giostre e lui era rimasto colpito: Ciao, bella mora. E la bella mora sarebbe diventata sua moglie, in una relazione piena di rispetto e tenerezza». La carovana si era allargata con l'arrivo di cinque figli. «Quando i figli erano piccoli, senza badare alla fatica, montava da solo la giostra nella quale oltre ai seggiolini giravano onestà, pane guadagnato col proprio sudore, rispetto per tutti, cordialità e capacità di fare del bene, di spostarsi per far posto a un'altra giostra, di andare ad aiutare suo fratello con la giostra dei piccoli». A questi figli Paolo non ha consegnato solo il lavoro, ma la storia di quel carrozzone e delle sue mille avventure.
Elena Filini
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