Gli revocano l'accoglienza perchè accusato di truffa Il Tar: «Anche lui vittima»

Giovedì 19 Settembre 2019
IL CASO
TREVISO Accusato d'aver architettato una truffa sul sito subito.it si era visto revocare, sia pure parzialmente, dalla Prefettura di Treviso le misure di accoglienza, con la revoca della protezione come rifugiato (e rischio di espulsione) e della diaria di 2,50 euro che vengono dati ai profughi ospitati in strutture regolari. Ma l'uomo, un 30enne richiedente asilo di origine africana, si è opposto e il Tar Veneto gli ha dato ragione perché non era a conoscenza del procedimento e non ha potuto difendersi. È la storia di Y.K, arrivato in Italia con uno dei tanti viaggi della speranza. L'uomo è ospite nelle ex caserme Serena di Treviso. Il 13 maggio il 30enne si è visto notificare dal Prefetto di Treviso l'atto con cui lo si informava che, avendo una denuncia penale a suo carico, aveva perso il beneficio del denaro che spetta agli immigrati in accoglienza. A presentare una querela contro di lui era stata, qualche settimana prima, una donna di Castelfranco che ai Carabinieri aveva raccontato di essere stata truffata proprio da Y.K., che si sarebbe fatto bonificare in una carta bancomat postamat 250 euro per la vendita di una cameretta per bambini che però non era mai stata consegnata. «Impossibile che lui possa essere il responsabile di quei fatti - ha spiegato il difensore del 30enne, l'avvocato Carmine Mazzola -. Si tratta di una persona che non legge e non parla la nostra lingua e che è in condizioni di sostanziale semi analfabetismo anche rispetto alla sua lingua madre. Che sia stato in grado di confezionare una truffa in internet e di farlo in italiano è illogico è assurdo». Y.K. una spiegazione a quanto successo l'avrebbe fornita: agli inquirenti ha raccontato che la tessera bancomat era stata richiesta e attivata a suo nome da alcune persone di nazionalità italiana che gli avrebbero promesso una occupazione. «Ti diamo un lavoro - lo avrebbero rassicurato - ma tu devi avere il postamat per ricevere lo stipendio». Il profugo, a sua volta, ha sporto denuncia per truffa e sostituzione di persona. Nel dispositivo i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale rilevano che il ricorso è fondato per omessa comunicazione di avvio del procedimento di revoca, in quanto il provvedimento a carattere sanzionatorio ha natura discrezionale e postula, pertanto, una valutazione in concreto della singola fattispecie, anche sotto il profilo della proporzionalità della sanzione rispetto alla gravità delle condotte contestate, da effettuarsi, in assenza di situazioni di urgenza qualificata non esplicitate nel provvedimento impugnato soltanto a seguito di un pieno ed effettivo contraddittorio procedimentale. (de.bar)
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