Fondazione, 80 milioni dai palazzi in vendita

Sabato 23 Febbraio 2019
IN VENDITA
TREVISO Sono otto immobili, a dire il vero sette palazzi più i terreni dell'area ex Secco, e valgono poco meno di 80 milioni di euro. Rappresentano forse la carta migliore in mano a Fondazione Cassamarca per poter superare definitivamente la crisi e ricostruire dei flussi di cassa importanti. Sono i gioielli da giorni esposti nella pagina online della Fondazione, la bacheca fortemente voluta dal neo presidente Luigi Garofalo e che già un risultato lo ha portato: la vendita dell'ex Questura per dodici milioni di euro. La speranza è di fare il bis in tempi brevi, magari entro la fine dell'anno.
RICHIESTE
La bacheca è visibile da poco meno di un mese, ma a Ca' Spineda sono già arrivate varie manifestazioni d'interesse. Non tutte si concretizzeranno con un'offerta vera e propria, la maggior parte è solo una semplice raccolta di informazioni, ma il patrimonio immobiliare di Fondazione desta sicuramente molto interesse.
IL LISTINO
L'elenco dei beni in vendita, con le rispettive valutazioni inserite nel bilancio 2017, è corposo: l'ex Distretto Militare, l'ultimo inserito tra i beni da vendere o mettere a rendita, dal valore di 20,4 milioni; Ca' dei Carraresi, 11,1 milioni di euro; la splendida villa di Ca' Zenobio, 10,5 milioni; il Teatri Eden, 10 milioni; i terreni dell'area ex Secco, attorno a villa Franchetti, 9,3 milioni; il Teatro delle Voci, spazio di registrazione invidiato in tutta Italia, 9,1 milioni; la villa di via Tolpada, 4,9 milioni per cui ci sarebbe in piedi due offerte concrete che, in tempi non lunghi, potrebbero portare buone notizie; l'ex sede della Polizia Stradale di villa Lina, 3,3 milioni.
IL FUTURO
La partita sicuramente più importante è quella legata all'ex Distretto Militare. Il complesso è strategico sia per i progetti di Fondazione, che lo vede come sede ideale di un grande polo universitario dove far convergere i corsi padovani e veneziani presenti in città, sia per l'amministrazione comunale che sullo sviluppo dell'università punta molto e che vuole a tutti i costi tenerla dentro le Mura (opponendosi quindi a tutte le ipotesi che vorrebbero i corsi trasferiti all'Appiani). A Ca' Spineda però vorrebbero che in questo progetto si inserisse un privato in grado di garantire investimenti di un certo tipo, magari in cambio della gestione di una parte del complesso, quella non occupata dall'università, da trasformare in area residenziale/commerciale.
Paolo Calia
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