«Barbisan, indaghi la magistratura»

Venerdì 14 Agosto 2020
L'INIZIATIVA
TREVISO Il caso Riccardo Barbisan potrebbe approdare fino in Tribunale. I partiti e i gruppi di opposizione in Consiglio comunale sono pronti a presentare un esposto alla Procura della Repubblica sulla vicenda del consigliere regionale trevigiano e capogruppo della Lega a Palazzo dei Trecento, nell'occhio del ciclone per aver richiesto il bonus destinato alle partite Iva in ginocchio per l'emergenza Covid. A finire sotto la sferza del centrosinistra locale è, in particolare, la tranche da 600 euro relativa al mese di aprile, la seconda ricevuta dopo la prima rata di marzo. Quella che Barbisan ha devoluto alla Pro loco di Canizzano e San Vitale per i suoi progetti benefici, come dimostrato da bonifici e ricevute.
LE DOMANDE
Gli esponenti di Pd, Lista Manildo e Treviso civica nell'assemblea cittadina e la segreteria comunale Dem vogliono chiedere alla magistratura di verificare la natura di quel versamento e per cosa effettivamente siano stati usati quei soldi. Soprattutto dopo gli ulteriori dettagli emersi: ovvero la lettera recapitata tra la fine di luglio e i primi di agosto ai residenti del quartiere, con cui il presidente della Pro loco Adriano Volpato invitava a votare il giovane leghista alle prossime elezioni. «Un'iniziativa del tutto personale», ha ribadito Volpato. La giustificazione, tuttavia, non ha fugato i dubbi degli esponenti di minoranza, che anzi vorrebbero venisse fatta chiarezza su un'eventuale consequenzialità tra donazione e propaganda politica. «Allibisce che il presidente della Pro loco possa dichiarare di aver scritto a titolo personale dopo che la sua associazione ha ricevuto un contributo. Contributo che il donatore avrebbe ammesso non provenire dalle proprie tasche, stando alle dichiarazioni rilasciate alla stampa. Siamo di fronte a un atto di inaudita gravità, sul quale, vista la nostra funzione di controllo come consiglieri di opposizione, pretendiamo trasparenza assoluta, nel rispetto dei cittadini contribuenti» scrivono i rappresentanti di opposizione. E in attesa di rivolgersi alla Procura, sollecitano pure «una spiegazione più circostanziata e precisa da parte del presidente della Pro Loco di Canizzano: la Pro Loco non può essere impiegata per fare campagna elettorale».
L'ADDIO
Barbisan ha rinunciato alla candidatura a consigliere regionale. Dovrebbe lasciare anche lo scranno nel parlamentino civico? «Se ricoprisse un ruolo istituzionale come nella precedente consigliatura (vicepresidente, ndr) probabilmente avremmo richiesto le dimissioni sottolinea Roberto Grigoletto, consigliere dei Democratici -. L'incarico di capogruppo, però, riguarda il partito, peraltro mi pare che ci stiano già pensando i suoi, e il mandato di consigliere non ha vincolo: quindi è una questione che attiene alla sua coscienza. Certo sarebbe coerente alla decisione di non proseguire in Regione. Io, nella sua posizione, preferirei evitare imbarazzi ai miei elettori e al mio partito».
LA RIFLESSIONE
Un altro esponente del centrosinistra trevigiano, Alberto Cappelletto, sindaco di San Biagio di Callalta, allarga la riflessione a tutti i politici e gli amministratori che hanno percepito il contributo. Cappelletto ammonisce a non scatenare una caccia alle streghe, tra l'altro in linea con quanto sostenuto da Gianangelo Bof, commissario proninciale della Lega ed ex primo cittadino di Tarzo. Il sindaco di San Biagio pone però una questione morale: «Sinceramente riesce difficile accettare che un eletto che percepisce un'indennità mensile superiore ai 6-7 mila euro abbia la necessità di chiedere un sussidio ulteriore allo Stato. Diverso deve essere, a mio parere, il giudizio su chi, e sto parlando degli amministratori locali, svolge un incarico percependo un gettone di presenza».
Mattia Zanardo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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