Una lunga scia di sangue che da anni porta il paese al centro della cronaca

Sabato 30 Gennaio 2021
Una lunga scia di sangue che da anni porta il paese al centro della cronaca
GLI ALTRI CASI
POLESELLA Negli ultimi anni sono stati numerosi gli episodi di cronaca nera che hanno scosso la comunità di Polesella. In particolare, si sono verificati diversi episodi delittuosi e dai contorni tragici e oscuri in via De Paoli, che appare quasi una via maledetta. Nel luglio del 2012 l'edicolante Luca Bruscaini era stato ferito a colpi d'ascia dalla compagna Chunlian Yang, la cittadina cinese conosciuta da tutti come Maria. L'aggressione era avvenuta nella casa in via De Paoli 659, dove i due convivevano da quattro anni e in cui spesso erano soliti discutere con toni accesi. Al termine di una lite, attorno alle due di notte, la donna aveva impugnato l'accetta e si era scagliata contro il compagno, colpendolo più volte. Le condizioni dell'uomo, colpito vicino alla testa, erano parse gravi sin da subito, ma non tali da metterlo in pericolo di vita. Maria era poi uscita di casa e, in stato di choc, aveva raggiunto i giardini pubblici, dove aveva confessato ai presenti l'accaduto, ripetendo: «Ho ucciso Luca». Maria, condannata per tentato omicidio, dopo aver scontato la sua pena era ritornata per un breve periodo nella casa di via De Paoli con l'edicolante, prima di fare definitivamente ritorno in Cina.
ANCORA ACCOLTELLAMENTI
Un altro episodio, ancora una volta ai danni di un uomo da parte della propria compagna, è avvenuto a marzo del 2014 quando una donna di 39 anni, di origine russa, aveva accoltellato al petto il marito, connazionale di 43 anni. Fortunatamente i soccorsi erano intervenuti subito, chiamati dall'uomo stesso perché non riusciva a respirare bene: il colpo inferto aveva infatti raggiunto un polmone. All'origine di tutto una lite domestica, culminata con il fendente della donna, sotto gli occhi dei due figli della coppia.
IL SUICIDIO
A giugno dello stesso anno, nuovamente in un'abitazione di via De Paoli, era stato rinvenuto il cadavere di Mirella Perazzolo, 59 anni, originaria di Porto Viro e da circa un anno residente a Polesella. La figlia, non avendo notizie di sua madre da un po' di tempo, si era allarmata e si era recata presso la sua abitazione. Al suo arrivo aveva subito capito che era accaduto qualcosa di brutto: la porta della casa era ricoperta di mosche e l'odore proveniente dall'interno non lasciava alcun dubbio. I vigili del fuoco, indossando tute integrali e respiratori, erano entrati nell'abitazione, dove c'era il cadavere in stato di decomposizione. Inizialmente non era stata esclusa l'ipotesi dell'omicidio: la donna era chiusa a chiave in casa, aveva un sacchetto di plastica in testa e sui muri erano state fatte delle scritte deliranti con della vernice spray.
Le indagini avevano però stabilito che si era trattato di suicidio: la donna viveva una situazione di profondo disagio sociale e psicologico.
MORTE SOSPETTA
Ancora una volta in via De Paoli, al civico 1071/A, alle prime ore del 12 marzo 2015 era stato rinvenuto il cadavere del trentanovenne Andrea Daniele. Disoccupato e cardiopatico, era da poco orfano, perciò da alcuni mesi viveva con lo zio. Conosciuto da tutti, Andrea frequentava spesso i giardini pubblici. La sua morte era stata oggetto di molteplici ipotesi: un malore, dovuto ai problemi cardiaci da cui Andrea era affetto sin da piccolo, oppure un'aggressione. Su quest'ultima si erano concentrate le indagini e, in particolare, erano stati accusati di omicidio colposo quattro ragazzi tre minorenni e un maggiorenne che la sera della morte di Daniele si trovavano con lui. Tra il gruppo si sarebbe scatenata una lite, culminata con un pugno, sferrato da uno degli amici a Daniele, che gli avrebbe provocato uno stato d'ansia tale da risultargli fatale. Al momento del malore i ragazzi erano scappati, senza prestare soccorso all'amico. Gli amici erano poi stati scagionati dalle accuse.
Sofia Muneratti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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