Scuolabus ribaltato, archiviate le accuse a carico dell'autista

Sabato 8 Febbraio 2020
Scuolabus ribaltato, archiviate le accuse a carico dell'autista
L'INCHIESTA
ROVIGO Archiviata l'indagine su Deniss Panduru, il 51enne autista romeno, residente a Rovigo, che lo scorso 17 maggio si trovava alla guida dello scuolabus che sì ribaltò in via Aganoor ad Arquà Petrarca, con a bordo 13 alunni di elementari e medie, e che era stato poi arrestato dai carabinieri di Este con l'accusa di fuga in incidente con danni alle persone, abbandono di minori, lesioni personali colpose plurime e guida in stato di ebbrezza. Già poco dopo, sulla base delle testimonianze raccolte, la sua posizione si era alleggerita, tanto che tre giorni dopo il giudice per le indagini preliminari ne aveva disposto il ritorno in libertà.
NESSUNA FUGA
Secondo quanto emerso, infatti, l'autista non era fuggito subito dopo il ribaltamento del pulmino, ma aveva aiutato ad uscire dal mezzo, piegato su un fianco, tutti i bambini, 11 dei quali avevano riportato solo lievi contusioni ed escoriazioni, mentre due erano stati invece trattenuti in ospedale per accertamenti, ma fortunatamente senza che emergessero gravi lesioni. Il fatto che Panduru non sia fuggito subito dopo l'incidente è l'elemento che ha dissolto il castello accusatorio, portando il gip di Padova Claudio Marassi ad accogliere la richiesta di archiviazione per infondatezza della notizia di reato, formulata dal pm Roberto Piccione. È stato infatti appurato che l'autista, subito dopo l'incidente, ha prestato assistenza ai bambini, collaborando alla loro estrazione dall'interno dello scuolabus, alzandoli e passandoli a un'altra persona che si era arrampicata sulla fiancata del mezzo, che a sua volta li ha posati a terra, ma ha provveduto anche a recuperare i loro zainetti. E si sarebbe poi anche messo a pulire con una scopa.
PAURA DEI GENITORI
Confermato, quindi, che si fosse dato alla fuga solo in un secondo momento, per paura di un linciaggio da parte dei genitori, spaventati ed arrabbiati per quanto accaduto. Non ha trovato fondamento nemmeno l'accusa di aver abbandonato i minori, dal momento che, dopo essersi assicurato della messa in sicurezza dei ragazzini, li ha lasciati in custodia alle altre persone che erano nel frattempo intervenute sul luogo dell'incidente. Anche l'accusa di guida in stato d'ebbrezza, sebbene l'alcoltest sia stato eseguito solo due ore dopo il fatto, non ha trovato comunque un riscontro oggettivo, essendo il suo tasso alcolemico di 0,3 grammi per litro, tale da far scattare, eventualmente, in considerazione del tempo trascorso, solo la sanzione amministrativa, perché in ogni caso non sarebbe stato superiore a 0,8 grammi per litro. Nel frattempo, però, gli vvocatio Federico Bardelle e Marco Casellato, difensori di Panduru, già lo scorso luglio, avevano ottenuto dal giudice di pace di Rovigo la sospensione della sospensione della patente per 2 anni e 6 mesi disposta dalla Prefettura e poi congelata in attesa della sentenza civile. Sul fronte penale, ad oggi, resta in piedi solo l'accusa di lesioni colpose in concorso, per la quale è aperto un procedimento separato.
Francesco Campi
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