Impennata di certificati medici, scattano i controlli

Mercoledì 20 Ottobre 2021
Impennata di certificati medici, scattano i controlli
LAVORO
ROVIGO Da 234 a 295, un aumento del +26,07%. Si tratta della differenza da un venerdì all'altro delle assenze per malattia in Polesine. Il fatto è che il venerdì dell'aumento, per l'appunto, è il 15 ottobre scorso, ovvero il primo giorno dell'obbligo di Green pass su tutti i luoghi di lavoro. Difficile che possa essere una coincidenza, anche perché l'aumento è stato generalizzato in tutta Italia, con una media poco distante, il 22,5%. E il fatto che qualche renitente al vaccino voglia svicolare dall'obbligo del tampone fingendosi malato e mentendo spudoratamente sul proprio stato di salute mentre porta avanti una battaglia nella quale accusa altri di mentire sui dati sanitari, configura paradossi e vizietti che sorprendono fino ad un certo punto, ma che non possono essere liquidati con un sorrisetto ironico, perché si tratta di un raggiro ai rispettivi datori di lavoro. Che è lo Stato, quindi la collettività, nel caso di dipendenti pubblici.
I CONTROLLI
Chi non ha preso affatto alla leggera questo incremento dei casi di malattia in corrispondenza dell'obbligo del passaporto verde è il direttore regionale dell'Inps Antonio Pone, che ha già preannunciato un aumento dei controlli in modo da stanare eventuali furbetti del certificatino. Una promessa che Confindustria Veneto ha accolto con favore. In Veneto ci sono stati casi ben più eclatanti rispetto all'aumento del Polesine, come quelli di Chioggia e Venezia che hanno fatto registrare rispettivamente aumenti del 52% e del 42% dei certificati di malattia venerdì scorso rispetto al venerdì precedente.
I NUMERI
Per quanto riguarda il Polesine, la sede Inps di Rovigo venerdì ha contato 102 assenze per malattia rispetto alle 87 di venerdì 8, quindi un incremento del 17,24%, addirittura inferiore a quello medio nazionale, l'agenzia di Badia, invece 118 rispetto alle 95 di una settimana prima, quindi il +24,21%, mentre l'agenzia di Adria ha visto schizzare i certificati di malattia da 52 a 75, quindi ben il 44,23% in più da un venerdì all'altro, un aumento decisamente alto, doppio rispetto alla media nazionale e vicino a quelli incriminati di Venezia e Chioggia. Ovviamente nessuna certezza e le verifiche verranno compiute da chi di dovere. Certo è che il tutto appare più che sospetto. Tuttavia, chi non si vaccina perché ritiene la propria convinzione personale un bene superiore anche alla salute collettiva e non accetta di sottoporsi a tampone perché lo ritiene una misura iniqua che influisce sul sacro diritto al lavoro, non attesterebbe mai falsamente la propria malattia commettendo un reato e raggirando il proprio datore di lavoro. O forse sì?
F. Cam.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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