Gli oratori pronti alla nuova epoca

Domenica 27 Giugno 2021
Gli oratori pronti alla nuova epoca
PARROCCHIE
TAGLIO DI PO Si allenta la pandemia da Covid-19, ora gran parte dell'Italia si è colorata di bianco. Cosa sta facendo Noi, associazione diffusa in ambito nazionale per ripartire in sicurezza? Lo spiega don Damiano Vianello, parroco di Taglio di Po e presidente nazionale di Noi, che raccoglie gli oratori.
«Sono molte le aspettative che i nostri soci nutrono in questa terza ripresa delle attività. A singhiozzo si cammina verso la fine del tunnel cui Noi non era preparato. Ci siamo trovati tutti su una strada che mostrava i segni del fine corsa: Papa Francesco direbbe che non siamo in un'epoca di cambiamento, ma in un cambiamento d'epoca. Qualche anno fa sembrava uno slogan. Oggi profuma di profezia. Sono appassionato di auto e mi collego in analogia alla fine del 1800 quando qualcuno ha desiderato far muovere le carrozze senza i cavalli (animali) e ha trasformato il settore dei trasporti e con esso la stessa umanità. Siamo in anni in cui ci viene data la possibilità di tentare perché l'educazione, la spiritualità, l'etica, la cultura si muoveranno su piattaforme completamente diverse».
NUOVE SFIDE
Don Vianello evidenzia che «alte sono le aspettative su Noi, soprattutto in termini di capacità relazionali e di slancio in questa nuova fase del Terzo settore e del Terzo millennio. I ragazzi che domani entreranno in oratorio vedranno dopodomani l'umanità camminare su Marte. È iniziata un'altra epoca e le azioni che sceglieremo di compiere ne connoteranno la bontà o meno. Oggi abbiamo la straordinaria opportunità di sperimentare processi, organizzare percorsi, allungare ipotesi, abbandonare prassi e realizzarne di nuove senza troppi timori di perdere radici o snaturare identità».
Il sacerdote si chiede «fino a quando i nostri circoli saranno in grado di sostenere questo blocco culturale causato dalla crisi sanitaria. Quali saranno i nuovi processi da individuare, pensare, concretizzare e valorizzare per affrontare l'imminente tempo del post Covid soprattutto in relazione alle nuove generazioni nate nel turbine della crisi e della precarietà? Le motivazioni dei nostri volontari, operatori, educatori, come sono cambiate? Non tutti abbiamo avuto la fortuna di possedere gli strumenti culturali per affrontare questo bug mondiale che ha fatto saltare il sistema e i microsistemi che si reggevano su deboli impulsi e fragili relazioni: quale capillarità associativa va messa in campo per portare nuovamente vita alle comunità che escono ferite dal punto di vista sociale, spirituale e in umanità?».
IL PROBLEMA
C'è un aspetto che preoccupa. «Nelle nostre relazioni sono tangibili i veleni della diffidenza, dell'indifferenza, dell'ansia, dello smarrimento, della perdita di senso. Intanto le nostre associazioni territoriali e i circoli si stanno organizzando in sintonia con le diocesi a vivere al meglio il tempo dell'estate. Ci siamo lasciati l'anno scorso con l'obiettivo di essere più smart nella comunicazione, più cool nelle scelte educative e decisamente green nel quotidiano. È giunto il tempo di porre rel-azioni, per rimanere fedeli all'identità associativa che è prossima a compiere vent'anni: cercheremo di tessere assieme (rel-) le buone azioni del processo educativo che si innesta nella vita associativa. Protocolli, vademecum e ogni forma di regolamentazione atta a contenere il contagio altro non è che un nobile strumento per dare sicurezza, etica e responsabilità a ciò che vogliamo porre in essere. Sono certo che tutti i circoli Noi saranno pronti ad affrontare queste sfide sul recinto della comunità».
Giannino Dian
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci