Droga, blitz nell'azienda dismessa trasformata in serra

Martedì 17 Settembre 2019
CARABINIERI
ROVIGO Un'azienda in grado di trasformare un edificio in stato di abbandono in una fiorente attività produttiva, con moderne tecnologie, con una localizzazione scelta per sfruttare al meglio le potenzialità logistiche del Polesine e la vocazione agroindustriale di un'area come quella di via Piacentina a Santa Maria Maddalena.
Peccato che si trattasse di un'attività criminale, che produceva marijuana su larga scala, con la palazzina trasformata in una serra indoor a ciclo continuo. È quanto si sono trovati davanti i carabinieri quando hanno fatto irruzione nello stabile che sorge proprio all'altezza del cartello di inizio della frazione di Santa Maria Maddalena per chi arriva da Fiesso Umbertiano. Il blitz è scattato all'alba di sabato ed è culminato con tre arresti e uno dei maggiori sequestri di droga mai effettuati a queste latitudini: 6 chili di marijuana già essiccata e pronta per essere immessa nel circuito di vendita e circa 1.100 piante di cannabis di varie pezzature messe a dimora.
L'AZIENDA
Per i tre stranieri di origine cinese, il 47enne Xia Xiongjie, formalmente domiciliato a Ferrara, il 40enne Chen Bao e il 44enne Wang Bing, tutti sprovvisti di documenti anche se già con precedenti, con il 40enne che ha provato anche a esibire un passaporto falso, è così scattato l'arresto. Non solo per la produzione di sostanze stupefacenti, ma anche per il furto aggravato di energia elettrica.
Tutta l'attività imprenditoriale, con tanto di ventilatori per agevolare il ricambio dell'aria, termostati per mantenere le condizioni di umidità e calore più adatte alla perfetta crescita delle piante, un sistema di lampade per favorire la crescita e un sofisticato sistema di aerazion, condizionamento ed essiccazione, era alimentato grazie a un allaccio abusivo alla rete elettrica. Con un lavoro eseguito con così alta professionalità che gli stessi tecnici Enel intervenuti per il distacco, oltre a dover staccare la corrente a tutta l'area per l'operazione, hanno dovuto ammettere che si trattava di un lavoro di elevatissima professionalità.
Nonostante una localizzazione sulla carta pressoché perfetta, in una ex lavanderia, sempre a gestione cinese, con una cortina alberata a nascondere lo stabile dalla strada, l'Eurovo a un passo in grado di coprire eventuali odori e il canale alle spalle a rendere di fatto inaccessibile il sito, i tre cinesi sono finiti nella rete dei carabinieri.
E questo proprio grazie a un pescatore che appostandosi sul vicino canale aveva percepito gli effluvi sospetti. A spiegare i dettagli dell'operazione in un'apposita conferenza stampa, sono stati il maresciallo Marco Cestaro comandante della stazione di Occhiobello, il capitano Andrea Pezzo comandante della compagnia di Castelmassa, il tenente colonnello Umberto Carpin comandante del Reparto operativo, il maggiore Nicola Di Gesare comandante del Nucleo investigativo e il tenente Roberto Marinelli comandante Norm di Castelmassa. Perfetta la collaborazione di reparti e articolazioni territoriali dell'Arma, fra Compagnia di Castelmassa e Nucleo investigativo di Rovigo nel predisporre i servizi di appostamento e controllo, andati avanti a lungo, e di organizzazione del blitz, eseguito in forze nel momento in cui sapevano essere presenti tutti e tre i cinesi.
Due dei quali, durante il blitz, hanno cercato di fuggire via tetti, venendo bloccati, mentre il terzo ha tentato di nascondersi in un armadio. Per portare via tutte le piante sequestrate, con annesse decine di sacchi di fertilizzanti, sono serviti ben due autoarticolati. Della palazzina a due piani, tutte e dieci le stanze erano adibite alla produzione, con le piante suddivise in base alla pezzatura e un'area dedicata all'essiccazione. I tre cinesi, invece, alloggiavano in un sottoscala.
F.Cam.
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