Dai rifiuti ai profughi la parabola di Borile tra politica e affari

Martedì 2 Aprile 2019
Dai rifiuti ai profughi la parabola di Borile tra politica e affari
IL RITRATTO
PADOVA Con i giusti agganci politici e istituzionali è semplice ritrovarsi in prima linea negli appalti e partecipare alla spartizione di incarichi milionari. È in questo modo che nell'ultimo decennio Simone Borile e le sue cooperative non hanno fallito un colpo. Inizialmente con la gestione del ciclo dei rifiuti della Bassa, a partire dal 2014 con le strutture di accoglienza dei richiedenti asilo, senza trascurare i progetti Sprar.
LA CARRIERA
Cresciuto nella galassia democristiana, Borile muove i primi passi nel Cdu. Nel luglio 1994 è protagonista dello storico congresso provinciale del Partito Popolare alla Gran Guardia, segnato dal braccio di ferro tra gli uomini di Rocco Buttiglione e i fedelissimi di Rosy Bindi. Viene eletto alla segreteria Antonino Ziglio: Borile è uno degli otto consiglieri in quota Cdu. Per il giovane libero professionista con un impiego nel ramo assicurativo è ormai il momento di misurarsi con le urne. Nel 1995 Borile tenta la scalata alla poltrona di sindaco a Battaglia Terme, il paese in cui risiede tuttora. Il voto non lo premia, finisce sui banchi dell'opposizione. Da quel momento inizia il progressivo avvicinamento a Forza Italia. In quota ai berlusconiani, ottiene una poltrona nel consiglio di amministrazione del Consorzio Acquedotto Euganeo Berico. Nel 1998 inizia ad occuparsi di rifiuti: diventerà la sua attività principale. Viene infatti nominato presidente dell'Ente di bacino Rsu Padova 3. Ma è nel 1999 che Borile non si lascia sfuggire l'occasione più ghiotta. Strappa la candidatura al consiglio provinciale nel collegio di Montegrotto: raccoglie 2.746 voti e contribuisce all'elezione alla presidenza di Vittorio Casarin, alla guida della compagine di centrodestra. Borile entra a Palazzo Santo Stefano. Vi rimane per una sola legislatura: nel 2004 si ricandida ma resta nel plotoncino degli esclusi di Forza Italia.
GLI INCARICHI
Il risarcimento arriva a distanza di un anno e mezzo: è il febbraio 2006 quando arriva la nomina regionale nel consiglio di amministrazione dell'Ater di Padova. È il primo di tre prestigiosi incarichi ottenuti grazie allo stretto rapporto con l'allora presidente della Provincia Barbara Degani. Nel 2011 approda all'Ente Parco Colli, dove ricopre per breve tempo la carica di presidente, rimanendo poi come consigliere in seno al comitato direttivo. Nello stesso periodo, su nomina provinciale, entra nel consiglio d'amministrazione del Configliachi, l'Ipab di via Sette Martiri dove riveste il ruolo di vicepresidente fino al 2016.
ASSISTENZA AI PROFUGHI
Il 2014 segna la clamorosa svolta nell'attività professionale di Borile. Ecofficina Educational, la cooperativa creata nel 2011 con il compito di gestire servizi educativi e sociali per conto di Padova Tre, si getta a capofitto nel nuovo business. Quello dei richiedenti asilo. La coop si sdoppia in Edeco (presidente Gaetano Battocchio e amministratore la moglie Sara Felpati) e Ecofficina Servizi, con presidente Paolo Mastellaro. I profughi diventano il core business di Edeco che si aggiudica appalti su appalti mentre Ecofficina, che si trasferisce nella stessa sede estense (con uffici diversi) di Padova Tre, continua a fornire personale e ad occuparsi di educazione ambientale nelle scuole. Tocca all'ultimo consiglio di amministrazione di Padova Tre nel novembre 2016 cancellare in toto i contratti con la cooperativa.
LE INCHIESTE
Indagato in sei diversi procedimenti tra Padova, Rovigo e Venezia, Simone Borile è stato finora rinviato a giudizio due volte. Assieme ad altre otto persone sarà processato in tribunale a Rovigo (prima udienza il 19 settembre) per il crac milionario di Padova Tre, la società che gestiva la raccolta e il trasporto dei rifiuti in cinquantadue comuni della Bassa Padovana. Deve rispondere di falso materiale, frode nelle pubbliche forniture e peculato. Sempre a Rovigo, con prima udienza il 24 ottobre, Borile finirà alla sbarra per i disagi patiti da una quindicina di migranti ospitati all'hotel Maxim's di Montagnana nel 2014. Le imputazioni sono quelle di frode nelle pubbliche forniture e maltrattamenti. Non sono invece ancora concluse le indagini sugli appalti truccati per il bando Sprar di Due Carrare e sulle gare per la gestione del centro di prima accoglienza di Bagnoli (in cui è indagato l'ex viceprefetto Pasquale Aversa), destinate ad una probabile riunificazione in un unico procedimento, e neppure quella sulla bancarotta del Padova Tre.
Luca Ingegneri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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