Le casette dell'acqua tornano in funzione con il nuovo gestore

Domenica 12 Luglio 2020
LA RIPARTENZA
PORDENONE Tornano in funzione le casette dell'acqua. Con delle novità che riguarderanno non solo il cambio di gestore, ma anche l'aumento dei punti di erogazione. Al massimo tra quindici giorni il servizio passerà da ProAcqua Group, società con la quale negli ultimi tempi l'amministrazione comunale aveva avuto qualcosa da ridire, alla partecipata Hydrogea.
Le tessere andranno progressivamente sostituite e i prezzi praticati (al litro) «saranno vantaggiosi per i tanti utenti assicura l'assessore Stefania Boltin che chiedono di poter tornare ad usufruire del servizio».
L'emergenza Covid-19 aveva imposto la chiusura delle casette. Ora, però, ci sono tutti i presupposti perché possano tornare in funzione. Verrà rimpiazzata, tra l'altro, quella di largo Cervignano che ProAcqua aveva tolto sollevando la protesta dei residenti. Con il cambio di gestione, inoltre, sarà aumentato il numero degli erogatori in città. La volontà è infatti quella di portare una casetta in ogni quartiere. L'assessore Boltin vorrebbe installare in futuro almeno altri sei impianti, che andrebbero ad aggiungersi ai quattro già esistenti.
A Pordenone ci sono quattro casette dell'acqua per l'erogazione di acqua microfiltrata, installate in via Galilei, via Aprilia, largo Cervignano e via Pirandello. «Da sempre - afferma Boltin - incoraggiamo il consumo dell'acqua potabile fornita dall'acquedotto civico, per limitare il consumo delle bottiglie di plastica ed aiutare al contempo le famiglie a risparmiare. Va ricordato che, mentre le bottiglie di vetro possono essere lavate ed accuratamente disinfettate dopo più utilizzi, quelle di plastica, oltre al fatto che si deteriorano, possono mantenere al loro interno residui che possono presentare cariche microbiche elevate e, quindi, pericolose per la salute».
Le casette sono state installate dalla ProAcqua Group, che già nel 2015 si era aggiudicata la gara per la concessione degli spazi messi a disposizione dal Comune. L'amministrazione, dal canto suo, vuole andare oltre. Vuole implementare la loro presenza sul territorio ed affidare la gestione ad Hydrogea, la stessa società che gestisce l'acquedotto. Sei gli impianti che dovrebbero trovare spazio in città e, in particolare, andare a coprire i quartieri attualmente sprovvisti: Vallenoncello, Rorai, Sacro Cuore e Borgomeduna.
«Senza dimenticare poi la zona del centro - afferma Boltin - che non può e non deve essere dimenticata. In centro, tra l'altro, vorremmo posizionare anche qualche piccola fontanella, sempre collegata all'acquedotto, a disposizione soprattutto dei turisti».
Intanto ad emergere è il dato che il 40% dei condomini di Pordenone, specie quelli che si trovano in centro, non è (ancora) allacciato alla rete idrica dell'acquedotto. Una situazione delicata che l'assessore Boltin sta monitorando da tempo. La questione, più volte sollevata anche da Hydrogea, è sempre la stessa: la qualità dell'acqua di acquedotto non è superiore rispetto a quella che viene prelevata dai pozzi artesiani, ma almeno c'è un controllo pressoché costante sulla sua potabilità. Se il sindaco può controllare lo stato delle fontane ed inibirne l'utilizzo, non può obbligare condomini ed amministratori ad allacciarsi alla rete idrica dell'acquedotto. Ogni anno i singoli amministratori dovrebbero predisporre il controllo dell'acqua dei singoli condomini, invece in molti casi le verifiche non solo non avvengono con regolarità, ma le ultime si riferiscono a molti anni fa.
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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