L'INCUBO RINVII
PORDENONE L'ipotesi è che i divieti restino in vigore fino

Giovedì 25 Febbraio 2021
L'INCUBO RINVII
PORDENONE L'ipotesi è che i divieti restino in vigore fino a fine marzo o addirittura fino alla seconda settimana di aprile, cioé dopo Pasqua. A spaventare è l'incubo delle varianti - in particolare quella inglese che è più diffusa, presente anche nella nostra regione - da cui ci si aspetta una nuova ondata di contagi. Insomma, il virus non molla. E per palestre, piscine, teatri e cinema lo stop rischia di allungarsi e le riaperture potrebbero slittare con il nuovo Dpcm al quale il governo sta lavorando. La regola verso la quale ci si sta avviando, proprio per fronteggiare il pericolo varianti, è quella più rigorista: riaprire solo con un indice di contagio inferiore ai 50 casi ogni centomila abitanti. È la soglia che gli scienziati e il governo hanno stabilito per le cosiddetto zone bianche. E così anche in una regione come il Friuli Venezia Giulia che sta mostrando dati in miglioramento il rischio è che le attività legate allo sport e al fitness di palestre e piscine non possano ancora riaprire.
VERSO SLITTAMENTO
Così come i teatri, i musei e la sale cinematografiche. Seppure da ormai quattro settimane in zona gialla il Friuli Venezia Giulia mostrava - nell'ultimo report dell'Istituto superiore di sanità che ha determinato il colore della fascia di questa settimana - un indice di contagio pari a 147 casi su centomila abitanti. Dunque, di fatto, quasi tre volte superiore a quei 50 casi su 100 mila residenti stabilito come soglia per le possibili eventuali riaperture. Gli operatori del settore del benessere, titolari e gestori di palestre e piscine sono ormai davvero esasperati. «Non c'è nessuna comunicazione ufficiale. Siamo stanchi - confida Claudio Deiuri, delle piscine del Gruppo Gymnasium di Pordenone - di dovere sentire ipotesi su proroghe o riaperture sulle quali non si conosce ancora nulla. Siamo chiusi dall'ottobre scorso, prima c'erano stati i mesi del lockdown di primavera. Il momento è davvero delicato poiché dobbiamo mantenere un equilibrio anche con le richieste che ci vengono avanzate dall'utenza che magari ha necessità di poter svolgere le attività di riabilitazione per alcune categorie di persone più fragili. Inoltre - aggiunge - l'attesa è anche per i dipendenti che, per la prima volta in quasi cinquant'anni di attività, abbiamo dovuto mettere in cassa integrazione». Insomma, gli operatori chiedono solo qualche certezza. «Nei mesi estivi si era ripartiti con una serie di prescrizioni e protocolli che poi abbiamo dovuto interrompere. Ecco, l'unica cosa che chiediamo è di poter ripartire con le stesse condizioni. E il rispetto di non essere avvisati la sera per la mattina, come è avvenuto per gli impianti sciistici».
I TEATRI
«Di un possibile rinvio tra gli addetti ai lavori si bisbigliava già da un po'. Speriamo solo - commenta Fabio Scaramucci, Ortoteatro Pordenone - che si riesca a tornare sui palcoscenici per aprile e maggio in modo da recuperare gli spettacoli persi con il lockdown e a ripartire con le nuove stagioni di ottobre senza recuperi ancora da fare». Nel mondo di teatro, cinema, cultura ci si è dovuti reinventare lungo tutti questi mesi di stop. «Si fa formazione - aggiunge Ortoteatro che gestisce le stagioni dei teatri di Cordenons, Prata, Pasiano e Piancavallo - e lavoriamo su forme nuove e alternative come l'online. Devo dire però che sia lo Stato che la Regione sono intervenuti con ristori e aiuti. Certo è che tutti noi vogliamo tornare quanto prima a lavorare con la gente che ci guarda».
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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