L'esercito delle partite Iva: oltre 3200 richieste, ma l'Inps è muta

Venerdì 3 Aprile 2020
LA RIPARTENZA
PORDENONE E' importante continuare a gestire bene l'emergenza sanitaria. Ma è altrettanto importante cominciare a pensare alla fase 2, cioè alla ripartenza economico-produttiva. E questo lo si fa con politiche straordinarie di aiuto e supporto economico alle aziende. Il crollo del sito dell'Inps rispetto alla richiesta dei 600 euro per artigiani e partite Iva non è stato certo un bell'esempio di efficienza in questa fase che è ancora emergenziale. Non ha dubbi Silvano Pascolo, presidente di Confartigianato Pordenone. Moltissime sul territorio le partite Iva, gli autonomi e le microimprese che, anche ieri, si sono trovate alle prese con un'autentica corsa a ostacoli nella domanda dell'indennità di seicento euro. Ma sul territorio ci sono inoltre più di novecento piccole imprese che sono in difficoltà e che hanno inoltrato la richiesta di sostegno al reddito per i loro dipendenti: una misura che non è la cassa integrazione in deroga ma che copre circa l'80 per cento dello stipendio dei dipendenti delle micro-imprese fino a cinque mesi nell'arco del biennio. Su scala regionale le domande sono state quasi 3.200, un autentico esercito di piccole realtà legate alla componentistica e alla subfornitura che si stanno trovando in ginocchio.
CORSA AL BONUS
Sul crac del sito dell'Inps il leader degli artigiani non spende molte parole, ma il suo giudizio è tranciante. Se un ente nazionale di quella portata può fare una violazione della privacy senza che sostanzialmente nulla accada non vedo come si potrà in futuro mazzolare il povero artigiano o il professionista solo perché magari si dimenticano di indicare una crocetta legata alla privacy su un documento. Voglio dire spiega Pascolo che ciò che è accaduto dovrà portare a una profonda riflessione sulle procedure burocratiche che fino a oggi hanno strozzato le imprese, quelle piccole in particolare. Ma è mai possibile che tutto ciò che si sta facendo in questa emergenza affinché funzioni lo si debba fare in deroga a paletti e pastoie burocratiche? Ecco, auspichiamo che questo apra per il dopo a una nuova era con una burocrazia-zero.
RIALZARE LA TESTA
La vera questione sulla quale però le categorie stanno cominciando a ragionare è quella sulla dèbacle economica. Si pensa al dopo emergenza. Al dopo ammortizzatori sociali. Questi continua il numero uno di UnionArtigiani sono essenziali nel momento dell'urgenza. Ma siamo già alla prima settimana di aprile e le imprese hanno fatture e bollette da pagare a fronte di zero incassi. Finora si sono fatte solo parole sulla liquidità da mettere a disposizione delle aziende e da iniettare nel sistema. Ma sul quanto e sul come ancora nulla. E se poi l'emergenza diventa strutturale? Girano ormai drammatiche ipotesi che parlano di oltre il 35 per cento delle imprese che moriranno per strada se non ci saranno forti interventi fin da subito. Si dice che ci sarà una selezione. Ma noi su questo non ci stiamo. E diciamo che una selezione dopo la grande crisi del 2008 c'è già stata e che ora vanno trovate soluzioni in fretta.
FILIERA DEI PAGAMENTI
L'altra grande questione che non fa dormire artigiani e lavoratori autonomi è quella legata alla filiera dei pagamenti. Senza liquidità in cassa le imprese più grandi non pagano i fornitori e questi ultimi non possono pagare tasse, bollette e dipendenti. Per questo è l'appello di Pascolo alla politica è necessario pensare a formule nuove che mettano insieme imprese, banche e consorzi di garanzia. I finanziamenti dovranno essere su periodi di lustri, non più di anni. E dovranno essere vincolati: una parte per pagare i dipendenti, una parte per i fornitori e un'altra parte per gli investimenti.
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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