L'ATTACCO
PORDENONE L'attacco è diretto e colpisce oltre che l'amministrazione

Mercoledì 17 Luglio 2019
L'ATTACCO
PORDENONE L'attacco è diretto e colpisce oltre che l'amministrazione regionale, soprattutto l'assessore alla Sanità, Riccardo Riccardi. Motivo del contendere le voci, sempre più ricorrenti, che anche il direttore generale del Cro, Adriano Marcolongo, possa andarsene, dopo che dalla Regione era già arrivato il veto per la riconferma, pur a tempo, del direttore generale dell'Azienda 5, Giorgio Simon. A puntare il dito è il segretario regionale del Pd, Cristiano Shaurli.
LA FUGA
«Continua l'emorragia dei tecnici della sanità dal Friuli Venezia Giulia. Si tratta di tecnici di alto livello: Simon, Scannapieco, Benetollo e ora apprendiamo che anche Marcolongo sarebbe pronto a emigrare. Il sistema sanitario della regione ora davvero non appare in sicurezza perché nelle aziende e in direzione continui avvicendamenti e commissariamenti danno un senso di provvisorietà e incertezza a tutte le strutture». «Più di un anno è passato ricorda Shaurli - e nemmeno sono riusciti a fare la graduatoria dei direttori generali e continuano a nominare commissari anche dove non ci sono condizioni di provvisorietà. Un anno fa Fedriga diceva di volere la riforma della sanità in vigore dall'inizio del 2019 e che i commissari erano assolutamente temporanei. Tra ritardi, disorganizzazione e attenzione solo alla propaganda - conclude il segretario Pd - cresce il timore che i livelli delle prestazioni inizino a calare».
PIANO ONCOLOGICO
Ma sul piatto finisce anche il piano regionale oncologico, un documento dal quale dipenderanno decisamente le sorti anche del Cro di Aviano. Un piano - per la verità - che neppure la giunta Serracchiani ha mai voluto fare e che si trascina da anni. È evidente che il ruolo del Cro nella rete oncologica regionale dovrebbe essere preminente, ma questo cozza con le volontà udinesi che invece vorrebbero avere la direzione anche dell'oncologia regionale. A parlarne, pur senza entrare nei dettagli, è stato l'assessore Riccardi in un incontro proprio all'ospedale udinese. «Stiamo lavorando al perfezionamento della rete oncologica regionale, un lavoro che andrà completato nel minor tempo possibile e dentro l'organizzazione dovranno trovare spazio anche esperienze delle onlus come l'associazione Luca. A questi sodalizi va riconosciuto un ruolo attivo all'interno dei percorsi e dei tavoli della rete oncologica». Riccardi ha sottolineato come la competenza sulle patologie non può che rimanere in capo all'alta qualità dei professionisti ma nei percorsi complessivi bisogna tenere conto anche dell'esperienza delle famiglie che sono colpite da patologie oncologiche pediatriche; l'alleanza tra i diversi sistemi potrà produrre delle soluzioni migliori nei percorsi di salute delle persone».
LE ASSOCIAZIONI
«In regione sono numerose e straordinarie e supportano il sistema pubblico che deve interrogarsi sulle ragioni per le quali non riesce a far fronte alle tante istanze». Su questo concetto Riccardi ha ribadito la necessità di rivedere un modello organizzativo non più in grado di rispondere alle mutate condizioni della società. «Il sistema sanitario deve fare un salto in avanti coraggioso perché non è più rispondente alle esigenze di salute di oggi».
IL CRO
Resta il fatto che il Cro all'interno del piano oncologico regionale, sempre ammesso che si arrivi a redigerlo, deve avere un ruolo fondamentale che a parole tutti riconoscono, ma quando si tratta di metterlo nero su bianco in un documento così importante, la cosa cambia aspetto. E si ferma.
ldf
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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