Galvani, sbandati cacciati con espulsioni e Daspo

Venerdì 19 Luglio 2019
OPERAZIONE PARCHI
PORDENONE Permessi di soggiorno revocati, espulsioni immediate, fogli di via e Daspo urbani. È così, senza concedere alcuno sconto a chi mette a repentaglio la sicurezza di un'area pubblica, che al parco Galvani torna la tranquillità. Dopo il blitz della Questura di Pordenone, che mercoledì sera ha coinvolto anche il Reparto di prevenzione crimine di Padova e un'unità cinofila, sono state identificate 12 persone. Per loro l'angolo di parco tra via del Maglio e via Vallona era diventato luogo di ritrovo. Seduti sul muretto, bottiglia di birra in mano, dal tardo pomeriggio in poi si evidenziavano per comportamenti indecorosi, liti o atteggiamenti ostili nei confronti delle forze dell'ordine che ogni giorno controllano l'area verde per garantire la sicurezza dei frequentatori. «Non si tratta di militarizzare l'area verde - ha spiegato ieri il questore Marco Odorisio - ma di attività che rientrano nel piano di controllo della città, per renderla sicura e dare ai cittadini la possibilità di fruire degli spazi con tranquillità».
I DASPO
Quelle create dai giovani del muretto sono le tipiche problematiche legate al vissuto di soggetti fragili, con storie di alcolismo o tossicodipendenza alle spalle. All'unica ragazza del gruppo, residente in provincia, è stato notificato un foglio di via: non può tornare a Pordenone. L'altro pomeriggio aveva anche rubato una bicicletta, che ha consegnato spontaneamente ai poliziotti. Per altri tre giovani, tutti italiani, la Polizia locale ha emesso il cosiddetto Daspo urbano, provvedimento con il quale sono stati allontanati dal parco Galvani. Con loro c'era anche un lituano di 25 anni con precedenti per furti e lesioni: per lui l'Ufficio Immigrazione ha avviato il procedimento di revoca del permesso di soggiorno.
L'ESPULSIONE
Pugno di ferro anche nei confronti del 27enne albanese che lo scorso 6 aprile, dopo aver abusato di alcolici, uscendo da un bar di via Cappuccini ribaltò una sedia a rotelle provocando escoriazioni a un disabile e aggredì il passante intervenuto per soccorrere il ferito. Era stato denunciato per lesioni aggravate e minacce. Il questore aveva avviato la procedura di revoca del permesso di soggiorno e disposto l'allontanamento dall'Italia, provvedimento che non era stato ancora notificato. Ieri l'espulsione è stata eseguita. Il giudice di pace ha convalidato l'accompagnamento immediato alla frontiera di A.G. e ieri pomeriggio il 27enne è stato imbarcato su un volo in partenza da Venezia e diretto Tirana. «Quando arrivo mi suicido», è stata la reazione del giovane. Il suo legale, Laura Ferretti, ha dato battaglia ricordando al giudice che è padre di due bambini di nazionalità italiana e che sta lavorando grazie a una borsa lavoro di 500 euro mensili erogata dal Comune di Azzano Decimo. «A Tirana - spiega - non ha più alcun legame, perchè tutta la sua famiglia è in Italia. Il provvedimento è illegittimo, la norma è chiara e vieta l'espulsione se il soggetto deve provvedere a figli minori». Il legale sta preparando il ricorso per l'espulsione e, davanti alla sezione specializzata in Immigrazione del Tribunale di Trieste, contro la revoca della carta di soggiorno. La Questura, che il 4 luglio ad A.G. aveva notificato un avviso orale perchè continuava a essere controllato assieme a pregiudicati e durante l'identificazione aveva dimostrato atteggiamenti ostili, insiste invece sul fatto che ci sono i presupposti per dichiararlo socialmente pericoloso, oltre al fatto che non risiede con i figli minori, ma con i genitori. Il giudice di pace Anna Salice ha condiviso la linea del Questore e dello stesso Prefetto che ha firmato il decreto di espulsione.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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