PIOVE DI SACCO
Mario Simone in Brasile era in pericolo, e i suoi famigliari lo

Sabato 9 Dicembre 2017
PIOVE DI SACCO
Mario Simone in Brasile era in pericolo, e i suoi famigliari lo sapevano bene. L'ex carabiniere pugliese, in servizio a Bagnoli, Conselve e Piove di Sacco tra il 1988 e il 2006, lo aveva raccontato un anno e mezzo fa ai parenti italiani con un video inviato su WhatsApp, dopo essersi trovato faccia a faccia con dei rapinatori nella propria abitazione.
«Avevo immediatamente spedito una lettera al Ministero degli Esteri lanciando l'allarme - racconta ora il fratello Marcello, luogotenente dei carabinieri in un comando della provincia di Firenze -. Mario non si sentiva al sicuro. Lo dimostra il fatto che lo scorso 21 settembre aveva scritto una lettera che voleva essere una sorta di testamento in caso di morte». Simone avrebbe compiuto 53 anni il prossimo 29 dicembre e invece è morto lo scorso 20 novembre, vittima di un agguato nella città di Igarapè, nel nord del Brasile, dove si era trasferito da dieci anni. Gli hanno sparato e lo hanno pure torturato, tranciandogli due dita con un machete.
LA LETTERA
«Mio fratello ha subìto un tentativo di rapina da un soggetto armato di pistola si legge nella nota inviata il 30 maggio 2016 alla Farnesina -. Ne è nata una colluttazione nel corso della quale lui è rimasto ferito: sono stati esplosi anche dei colpi di pistola, per fortuna andati a vuoto. Mio fratello ha segnalato il ritardo con cui la Polizia è intervenuta e ora teme un'azione vendicativa visto che ha ferito il rapinatore. Vive in una zona di grande rischio delinquenziale. Chiedo che mio fratello, cittadino italiano, venga tutelato».
LE ISTITUZIONI
A quella lettera, sempre secondo il fratello Marcello, non ha mai risposto nessuno. «E nessuno si è fatto sentire dopo - attacca ancora -. Quando Giulio Regeni è morto in Egitto si è mobilitato chiunque: per questo omicidio invece niente di niente. É ancora tutto oscuro». L'unica certezza, per Marcello Simone, è che si sia trattato di una vendetta: «Gli hanno teso un'imboscata: da ciò che ci racconta una vicina di casa, pare fossero in cinque. Lui era molto preoccupato». Mario Simone nel 2006 decise di abbandonare l'Arma e lasciare il Padovano (aveva vissuto tra Agna e Correzzola) desiderando una vita più dignitosa. Non è stato proprio così: dalla città di Igarapè Simone aveva già scelto di andarsene. Il suo sogno era l'Argentina, e intanto aveva trovato una sistemazione provvisoria a Salvador. Nei giorni scorsi la famiglia aveva più volte alzato la voce protestando contro la burocrazia brasiliana che impediva il rimpatrio della salma, ma proprio ieri la Farnesina ha comunicato che il corpo di Simone partirà lunedì da Brasilia per arrivare martedì a Roma.
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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