La mamma: «Ora sei libero, nessuno ti dirà più sei zoppo»

Domenica 25 Agosto 2019
LA LETTERA
CITTADELLA Toccante la lettera scritta da Maria Chiara Zecchin in ricordo del figlio, letta dalla nipote Anna. «Ciao Fede, ti abbiamo atteso per 22 anni e che immensa felicità quando sei arrivato. Ora solo dopo 22 anni ci hai lasciato nel dolore e nella disperazione. Sei sempre stato molto sensibile ed intelligente. Avevi poco più di un anno quando per Natale assieme a tanti altri giochi, ti avevamo regalato un libro di fiabe. Lo hai preso con le tu manine e da quel momento il tuo gioco preferito sarebbero stati tanti tanti libri, che io ti leggevo e che ti facevi leggere da tutti e guai se si leggeva qualche cosa di diverso da quello che era scritto. Tu correggevi e da qui si notava quanto stavi attento. Quando andavi all'asilo, suor Bruna ti chiamava il suo piccolo filosofo perché prima di fare qualsiasi cosa dovevi sempre pensare, parlare e discutere».
«Hai sempre avuto uno spirito artistico. Il tuo primo grande amore è stata la chitarra che prendevi in mano come fosse una persona da amare e quando, dopo l'incidente, non eri più in grado di suonare, hai provato un dolore immenso, come una perdita, e mi dicevi: Era meglio se rimanevo paralizzato a tutte e due le gambe piuttosto del braccio, così comunque avrei potuto fare ciò che mi piaceva di più. Comunque non hai mai mollato. La musica ti ha accompagnato costantemente per tutta la tua breve vita. Hai continuato a cantare e a dare ad ogni canzone che interpretavi, un'intensità emotiva che pochi sanno dare. Hai composto canzoni accompagnandoti al pianoforte con una mano sola, ma eri troppo perfezionista e non ti andava bene».
«Da quell'incidente di 9 anni fa che ti ha segnato non solo fisicamente, ma soprattutto dentro, non sei più uscito. Non eri mai felice, anche se raggiungevi degli obiettivi importanti, la tua felicità durava un battito d'ali. Sentivi molto la mancanza di amici veri a parte il grande frate Walter, come lo chiamavi tu, e altri due amici, Vaschez e Andreola, che erano troppo lontani e che vedevi ogni tanto anche se li sentivi spesso. Per il tuo compleanno, che sarebbe stato fra poco, mi avevi chiesto due biglietti per un concerto dicendomi: Fammi una sorpresa prendine due anche se non so con chi potrò andarci. Noi tutti di famiglia avevamo capito il tuo disagio, ma non è bastato. Tuo fratello Andrea cercava di coinvolgerti nei suoi progetti musicali. Il tuo nipotino Francesco che era molto legato a te, mi ha detto: Nonna non disperarti ora Fede è in un posto migliore dove nessuno gli dirà che è zoppo. Ora spero che quello che ha detto Franci sia vero, che tu possa correre liberamente, essere sereno. Stai bussando alla porta del paradiso, come dice la tua canzone preferita. Tu sarai nel mio cuore, dentro di me, sempre. Ti amo, la tua mamma».
M.C.
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