L'INTERVISTA
PADOVA Sotto la mascherina con il Leone di San Marco Roberto Marcato

Sabato 31 Luglio 2021
L'INTERVISTA
PADOVA Sotto la mascherina con il Leone di San Marco Roberto Marcato nasconde una smorfia che riassume tutta la sua preoccupazione. L'assessore regionale alle Attività produttive conosce bene il rischio di infiltrazioni mafiose. E da padovano conosce altrettanto bene moltissimi imprenditori di città e provincia strangolati dalla crisi di liquidità. «I dati che ha diffuso Confapi - sospira l'esponente leghista - risultano anche a me. E non sono affatto positivi».
Assessore, cos'è cambiato con la pandemia?
«Nell'ultimo anno c'è stato purtroppo un aumento di casi di usura e - più in generale - di infiltrazioni criminali. Diverse aziende sono state aggredite da cartiere, aziende fantoccio con l'unico obiettivo di riciclare denaro e fare altri giochi sporchi».
Lei incontra imprenditori tutti i giorni. Cosa le dicono?
«Tutti mi parlano continuamente della difficoltà di accesso al credito. È il tema principale, in un periodo di guerra l'accesso al credito per un'impresa fa la differenza tra la vita e la morte».
In che modo si può arrivare a morire?
«Anche spingendosi nelle mani di qualche lazzarone. La mafia non si presenta con la coppola e lo stuzzicadenti in bocca, si presenta in giacca e cravatta. E fa offerte che sembrano irrinunciabili per chi è con l'acqua alla gola».
Cosa consiglia a chi si trova di fronte a quell'offerta che appare irrinunciabile?
«Segnalate, segnalate, segnalate ogni movimento sospetto. Ci sono le forze dell'ordine, c'è la Regione, ci sono le associazioni di categoria, ci sono i sindacati. Parlatene con chi volete, ma parlatene prima di mettervi una corda al collo. Perché mettersi nelle mani di certi personaggi significa mettersi una corda al collo».
La Regione ha proposto molti bandi per aiutare le imprese. Avete intercettato fenomeni pericolosi?
«Alcune richieste sospette sono arrivate, ma la guardia di finanza ha fatto davvero un lavoro straordinario. Un controllo totale, mastodontico e certosino. D'altronde l'attenzione va tenuta altissima: l'economia di una regione come la nostra fa gola ai criminali».
Cosa si può fare per aiutare ulteriormente le imprese?
«Dalla prima riunione fatta in piena emergenza l'anno scorso io ho chiesto alle banche due cose. La possibilità di una moratoria per far slittare le rate dei mutui delle imprese chiuse per decreto e poi l'agevolazione dell'accesso al credito».
Le risposte sono arrivate?
«Solo in parte. C'è per esempio una contraddizione aberrante. Quando la banca consente la moratoria, poi è tenuta a segnalare tutto alla Centrale Rischi e automaticamente il rating aziendale viene declassato. Quindi il potere d'acquisto di un'impresa scompare e non si riesce nemmeno più ad avere un fido».
Ora cosa serve?
«Consentire alle banche di allentare i lacci, senza dover più sottostare ai rigidi vincoli europei. Dal presidente Draghi mi aspetto una nuova forte di presa di posizione con i colleghi europei. In tempo di guerra questi lacci non vanno più bene».
E intanto?
«Lo ripeto. Cari imprenditori, segnalate tutto. Senza paura».
G.Pip.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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