L'assessore Bressa e l'imprenditore: «Rilancio condiviso»

Martedì 28 Settembre 2021
L'assessore Bressa e l'imprenditore: «Rilancio condiviso»
LA SVOLTA
PADOVA Per il Comune lo sblocco della situazione è come la liberazione da un peso. L'assessore all'edilizia privata Antonio Bressa: «Si tratta di una notizia importante perché è una vera e propria ferita della città che si rimargina. Finalmente quello che ormai era un simbolo negativo si trasforma e un'altra volta si mostra una Padova che cambia in meglio. Ringrazio gli imprenditori che hanno investito su questo edificio, fermo ormai da troppi anni in seguito alla lunga e travagliata vicenda che conosciamo».
Affiancheremo il gruppo Industrie Edili nel completare l'edificio, nel rinnovarlo e nel farlo diventare esempio positivo degli obiettivi che perseguiamo come amministrazione: la riqualificazione dell'esistente, senza consumo di suolo. Il progetto verrà portato all'attenzione del consiglio comunale perché si renderà necessario cambiare la convenzione definendo le destinazione d'uso funzionale al tipo di insediamento, ovvero di tipo direzionale».
Imprenditore coraggioso Agostino Candeo che vede in Industrie Edili holding, Alberto Romano Pedrina come amministratore delegato. La società ha realizzato grandi colpi nel mercato immobiliare negli ultimi mesi. Ci aveva provato nel 2014 comprando l'area del Pp1 con Autodromo Italia poi rivenduta. Recentemente però ha acquistato l'area di San Lazzaro, la parte del terreno che è rimasta privata accanto a quella per la realizzazione del nuovo ospedale. Lì c'è già un progetto urbanistico che verrà reso pubblico a breve. Inoltre la società ha comprato il terreno dell'ex Ifip, davanti alla chiesa della Pace dove ha intenzione di costruire uno studentato. «Lavoriamo su Padova perché è la realtà che conosciamo meglio ma ci stiamo espandendo nel nord est» commenta Candeo.
Però la parte più difficile resta l'Onda Palace, per la sua storia tormentata. Nobili i natali, con il progetto originario di Tobia Scarpa e Claudio Caramel, poi modificato. Ci credevano tutti anche l'Interporto che aveva opzionato tre piani. Meno nobili le vicende successive con la Ge.Ma. di Francesco Manzo (poi la Vela), finito in indagini sulla Camorra, con tutti i beni, per 130 milioni, prima sequestrati e poi dissequestrati.
M.G.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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