Inseguiti tra le case, baby pusher in cella

Venerdì 15 Novembre 2019
Inseguiti tra le case, baby pusher in cella
CRIMINALITÀ
PADOVA Sono arrivati in Italia sui barconi della speranza da nemmeno un anno. Anzi, uno è approdato a Lampedusa solo il 19 settembre. Nemmeno due mesi fa. Giovanissimi, con la speranza di iniziare una nuova vita, quella tanto desiderata, fatta di agiatezze e comodità. Ma invece di seguire la via della legalità, hanno preferito imboccare quella che forse credevano essere una scorciatoia più semplice: lo spaccio. Per questo due giovanissimi tunisini, di soli 15 e 16 anni, da ieri sono dietro le sbarre del carcere minorile di Treviso. Arrestati in via Bolis all'Arcella, dopo un rocambolesco inseguimento, da due poliziotti, rimasti feriti.
LA SEGNALAZIONE
Da qualche settimana i residenti di via Bolis avevano segnalato alle forze dell'ordine un aumento dello spaccio. Via vai strani, a tutte le ore e quei due ragazzini stranieri sempre a bazzicare nella zona. Così mercoledì gli agenti delle Volanti hanno eseguito un controllo mirato proprio contro la piaga degli stupefacenti in zona san Carlo. In quell'occasione, hanno notato i due giovanissimi che avevano in mano molte banconote e se ne stavano seduti sulla strada a contarle. Quando i due baby-pusher hanno visto i poliziotti, hanno rimesso tutto in tasca e hanno iniziato a fuggire più veloce possibile, anche saltando le recinzioni delle abitazioni, attraversando i giardini.
L'INSEGUIMENTO
Il primo, di 16 anni, è stato subito bloccato, mentre il secondo, quindicenne, ha provato a far perdere le proprie tracce, correndo e scappando tra i cortili delle case. Durante questo inseguimento rocambolesco, il ragazzino ha anche ferito un agente rilasciando una rete di recinzione che era stata piegata, colpendo il poliziotto alla fronte, provocandogli un taglio che è stato suturato: prognosi di 7 giorni.
Alla fine anche il 15enne è stato fermato. È scattata così la perquisizione: addosso avevano 21 dosi di cocaina per un totale di circa 10 grammi, oltre a 2.960 euro in contanti, proventi sicuramente di spaccio.
I PRECEDENTI
I due ragazzini, entrambi, arrivati in Italia da clandestini, sono stati registrati la prima volta uno, il 16enne, il 19 settembre a Lampedusa, il secondo, il 25 febbraio, a Salerno. Mentre il primo era di fatto incensurato, il quindicenne aveva già collezionato una sfilza di precedenti.
Controllato per la prima volta in compagnia di un altro spacciatore ad aprile a Padova, dov'era arrivato subito dopo essere scappato dal centro per migranti minorenni in meridione, è stato denunciato per spaccio il 29 luglio e anche il 5 agosto sempre nella zona di San Carlo, in particolare nei dintorni dell'omonima galleria.
Tutte e tre le volte il giudice l'aveva affidato a una comunità per stranieri minori e non accompagnati, da cui era immancabilmente evaso: scappando e tornando alla vita di strada, sfruttato, con probabilità da qualche capetto della droga all'Arcella. Qui aveva conosciuto il suo nuovo complice, il sedicenne, anche lui, probabilmente, sfruttato dal boss e ancora in fase di addestramento.
I giovani sono stati arrestati sia per spaccio che per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Questa volta però, niente comunità. Per entrambi si sono aperte le porte del carcere: sono in cella nel carcere minorile di Treviso.
Marina Lucchin
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