«I comuni padovani organizzati da tempo, basta il Daspo urbano»

Sabato 20 Aprile 2019
SICUREZZA
PADOVA «Non ci sono zone rosse a Padova. Non servono perché il Comune ancora mesi fa ha adottato un regolamento per l'approvazione del Daspo urbano. In ogni caso la questione verrà affrontata durante il prossimo comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Se ci sono aree da inserire, lo faremo, ma al momento non mi pare sia necessario». Così il prefetto Renato Franceschelli sulla direttiva inviata dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, che fornisce quelli che vengono definiti indirizzi operativi su ordinanze e provvedimenti antidegrado e contro le illegalità e si propone di intervenire mediante ordinanza dei prefetti ogni qualvolta emerga la necessità di un'azione di sistematico disturbo di talune condotte delittuose che destano nella popolazione un crescente allarme sociale.
I provvedimenti dei prefetti, consentiti da Salvini, possono disporre l'allontanamento delle persone individuate nei centri urbani caratterizzati da una elevata densità abitativa e sensibili flussi turistici oppure che si caratterizzano per l'esistenza di una pluralità di istituti scolastici e universitari, complessi monumentali e culturali, aree verdi ed esercizi ricettivi e commerciali. La direttiva ministeriale sarebbe quella di definire le zone rosse. Ma secondo il Prefetto, qui a Padova la situazione è già ben monitorata.
«L'estate scorsa a Palazzo Moroni è stato discusso il regolamento per il Daspo urbano. E questo poi è successo anche in molti altri comuni Padovani. Possiamo dire che qui, sia in città che in provincia, siamo già avanti su questo fronte. Per questo a Padova non ci sono zone rosse e probabilmente non ce ne saranno nemmeno in futuro. In ogni caso la questione verrà affrontata periodicamente in occasione dei comitati di ordine e sicurezza pubblica, assieme alle forze dell'ordine. Se per caso dovessimo aver scordato qualche area, potremo aggiornare la mappa».
Marina Lucchin
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