Gli ambientalisti: «Ora Catajo da proteggere dal disordine urbanistico»

Mercoledì 28 Luglio 2021
Gli ambientalisti: «Ora Catajo da proteggere dal disordine urbanistico»
BATTAGLIA TERME
Una festa per l'intero territorio euganeo, la sentenza che ha vietato la costruzione del centro commerciale di fronte al Castello del Catajo, che però ha lasciato l'amaro in bocca a qualcuno. È, infatti, dai toni agrodolci la lettera con la quale le associazioni Italia Nostra, Legambiente Este, Comitato popolare Lasciateci Respirare, si rivolgono ai sindaci di Battaglia Terme, Montegrotto, Due Carrare e al presidente del Parco dei Colli Euganei, proponendo una discussione più ampia sul contesto del Catajo. Se il possibile scempio è stato arginato, sembra siano ancora molti i problemi ambientali della zona.
«I segni di degrado sono profondi: cercare di eliminarli dovrebbe essere un obbligo culturale e un investimento in valorizzazione», segnala la Comunità del Parco dei Colli Euganei, che come primo punto evidenzia la situazione del Ferro di Cavallo, l'area di sfondo verso i Colli, tra fattorie e ville nobili in degrado. «Si potrebbe puntare, coinvolgendo privati e amministrazioni pubbliche, a non perdere i segni qualificanti che caratterizzano il sito suggeriscono - Come per l'inaccettabile situazione tra canale e statale 16, tra disordine urbanistico e capannoni abbandonati: un'offesa sia al Catajo che al panorama fluviale. Un'area in disordine che dovrebbe rappresentare una delle porte del Parco, da indicazione del Piano Ambientale di più di 25 anni fa. La rinascita del Catajo ed il riconoscimento del vincolo paesaggistico rappresentano un'occasione imperdibile. Non vogliamo credere che oltre al privato, non facciano la loro parte per moltiplicare il fascino dell'area le amministrazioni del territorio circostante. Da parte nostra non mancheremo di fare da stimolo e di collaborare per raggiungere questo risultato».
LA REPLICA
Subito sul pezzo il vicesindaco di Battaglia Terme, Antonio Rango: «Stiamo cercando di agire sulle situazioni di disagio, ma per alcune abbiamo le mani legate, purtroppo. Siamo i primi a desiderare di risolvere i problemi di certi immobili fatiscenti, ma in alcuni casi nulla possiamo, come per le proprietà private nel Ferro di Cavallo, mentre per altri, come l'area sulla Strada Statale di proprietà di un privato in causa col demanio, sarà impossibile eliminare i capannoni fatiscenti fino a che non si risolverà il contenzioso. Ci stiamo occupando della riapertura della conca della navigazione e siamo capofila nel progetto di recupero delle vie navigabili, segnale del fatto che vogliamo dare il meritato riguardo al nostro territorio».
I.R.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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