«Ci incrociavamo per le scale, una persona molto riservata»

Sabato 31 Gennaio 2015
La notizia è arrivata all'improvviso, ma in molti non sono rimasti sorpresi attorno a palazzo Belvedere quando ieri si è diffusa la notizia del maxi sequestro di beni immobili. Nell'edificio di fronte alla stazione, dove abita Francesco Manzo, l'imprenditore di origine campana che risulta indagato è conosciuto: «Si sapeva che c'era una società di Nocera Inferiore che possedeva diversi appartamenti - spiega un avvocato che lavora nello stabile - Sapevamo anche che l'imprenditore a capo della società passava di qui, ma in un palazzo con un centinaio di appartamenti è difficile conoscersi personalmente. Io non sapevo chi fosse, anche se probabilmente mi sarà capitato di incrociarlo». Qualcun altro magari aveva avuto occasione di vederlo più spesso e di identificarlo: «Lo conoscevo, ma solo di vista - spiega un altro avvocato di un diverso studio, sempre con sede a palazzo Belvedere - Noi non siamo in affitto da lui, ma lo vedevamo». Da giovane avvocato, scherza anche su una possibile occasione di lavoro mancata: «Peccato non essere stato qui quando è stato ordinato il sequestro, magari poteva arrivare un cliente importante». «Ci incrociavamo per le scale, una persona molto riservata», aggiunge un inquilino.
«Tutte brave persone - commenta sarcastica la titolare della boutique Giselle, proprio ai piedi dello stabile - Non mi stupisce quanto è successo, sapevamo che c'era qualcosa di poco chiaro, ma non potevamo esserne sicuri nè tanto meno dimostrarlo. Quando gli appartamenti sono stati venduti dall'assicurazione che li possedeva alcuni sono stati acquistati dagli inquilini a caro prezzo, altri da una società. Conosco la situazione perchè molte amiche abitato qui. Molte volte è stato anche staccato il riscaldamento perchè non venivano pagate le spese condominiali». Scoprire che il palazzo era nuovamente al centro di un'operazione delle forze dell'ordine, a pochi mesi dal blitz che aveva scoperto una sorta di hotel abusivo in uno degli appartamenti, non è quindi stata assolutamente una sorpresa: « Non sapevamo il come e il perchè - continua Giselle - ma qualcosa supponevamo. Per fortuna le forze dell'ordine si sono date da fare. Non so però se questo potrà fare in modo che le cose qui attorno possano migliorare, mi sembra difficile».
Altre persone, che lavorano nel palazzo, hanno potuto anche seguire le azioni delle forze dell'ordine impegnate nell'operazione: «Erano passati ieri (giovedì, ndr) e sono rimasti su un'oretta. Non so cosa abbiamo fatto. Per noi qui nel palazzo è rimasto tutto normale. Ci sono cento appartamenti, è impossibile sapere cosa succede in tutti. Da quello che posso dire non ci sono stati cambiamenti». Con Francesco Manzo i rapporti non sono mai stati stretti: «Ci salutavamo, il classico buongiorno e buonasera - racconta un inquilino - Lo vedevo spesso qui, sapevo che lavorava, ma non conoscevo i dettagli, cosa facesse e dove. Di sicuro comunque non abitava qui. Ho saputo di tutta la vicenda leggendo dei siti web che ricostruivano la storia».

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