Sanità, asse Zaia-Chiamparino

Lunedì 5 Ottobre 2015
Inevitabile un pizzico d'orgoglio. Che anche il presidente della Conferenza della Regioni nonchè governatore del Piemonte Sergio Chiamparino (per giunta di centrosinistra) si preoccupi per i tagli agli sanità non può che far piacere al veneto Luca Zaia, regione senza dubbio virtuosa, ma altrettanto "pungente" nei confronti della politica romana. Così tanto da essersi guadagnata l'"espulsione" dal coordinamento. Il governatore del Piemonte ha dichiarato di ritenere insufficiente lo stanziamento nazionale previsto per il 2016 e ha aggiunto che "il rimpallo dei numeri non risolve".
«Non è mai troppo tardi - sottolinea Zaia - oltretutto Chiamparino ha anche un ruolo super partes non è solo il governatore del Piemonte. Però per il momento alla riduzione dei finanziamenti, la battaglia sulle 208 prestazioni tagliate la sto facendo da solo. A questo punto sfido le regioni virtuose, che hanno i conti a posto, che tengono ai propri cittadini ad alzare la voce, indipendentemente dall'orientamento politico».
Zaia chiede uno sforzo trasversale. «Nel 2011, governo Berlusconi, ho impugnato i ticket e non ho guardato se il governo era di centrodestra o di centrosinistra. L'ho fatto perché non ritenevo giusto che i cittadini pagassero». Ora, per non rischiare di dover introdurre l'addizionale Irpef, lancia la proposta ai "governatori di buona volontà", ma non solo. «Creiamo una "no fly zone", dove entri la politica e dove si possa discutere su dati oggettivi e su programmi - spiega - Dove ci si dica a chiare lettere se si vuole continuare a difendere questo sistema universalistico o se i progetti sono altri. Sfido quelli che non impugnano a spiegare perché non lo fanno. Se i tagli ci saranno ci costringeranno ad introdurre l'addizionale Irpef per non andare in default».
Sono i numeri a parlare: 200 milioni in meno il Veneto non riuscirà a raccoglierli neppure mettendo in atto l'ultima manovra in cantiere: taglio delle Asl e Azienda 0. «Se la matematica non è un'opinione – aggiunge Zaia – i 111 miliardi calcolati dal Governo per il prossimo anno sono un taglio di 4,3 miliardi rispetto ai 115,3 miliardi previsti dall'accordo con le Regioni (meno il Veneto che disse no)». Il futuro che preoccupa Zaia e Chiamparino è dietro l'angolo. «Noi siamo già virtuosi, abbiamo razionalizzato - sottolinea - Al massimo riusciremo a rosicchiare al sistema 50-60 milioni. Non bastano. Teniamo conto che dobbiamo anche investire, non possiamo tornare indietro. Altre regioni non ci hanno neppure provato a fare economie e sono quelle che ora stanno zitte e non protestano. Vogliamo far crescere il sistema sanitario? Prendano i manager che sanno lavorare e li mandino come tutor laddove si sono dimostrati non capaci a gestire».
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