Monumento all'emigrante di Mellame «L'arco non è il manico di una valigia»

Venerdì 20 Aprile 2018
ARSIÉ
Lo storico di Arsié Dario Dall'Agnol, nonché consigliere comunale, confuta l'affermazione, ripetuta negli anni, che l'arco che sovrasta la Madonna degli emigranti di Mellame sia il manico di una valigia. È invece una parte di un anello della simbolica catena che lega la terra da cui si parte, da emigrante, a quella in cui si arriva alla ricerca di un lavoro. «In quel primo giugno del 1968 quando avvenne la cerimonia d'inaugurazione del monumento sul colle del Castellir a Mellame - afferma Dall'Agnol - io c'ero. Posso dire che l'ideatore del progetto - il poeta, scrittore e anche ex sindaco di Arsié Silvio Lancerini - non pensò affatto al manico di una valigia ma piuttosto a costruire una sorta di legame ideale, attraverso una catena, tra le nostre terre di emigrazione e i lontani luoghi di lavoro. Se si guarda bene, infatti, non si vede affatto un manico di valigia. So di andare contro a un'idea che erroneamente si è affermata nel tempo ma l'arco sopra la Madonna che posa i piedi sul mondo è proprio l'anello di una catena. Alla cerimonia furono presenti molte persone: dalla Mellame bene di Annuncio Barduca che aveva una segheria e Angelo Mores Moretto che aveva un'affermata impresa boschiva con molti dipendenti sino ai cittadini più semplici. Di tutta questa gente presente al taglio del nastro nessuno parlò del manico di valigia. Mi dispiace di questa stortura storica». «Quindi - conclude Dall'Agnol - quell'arco in cemento è una porzione di anello di catena e io l'affermo nel modo più categorico. Così come sottolineo, con altrettanto vigore, la proficua operosità bellunese nel dar vita a questo monumento in ricordo e in onore dei nostri tanti emigranti».
V.B.
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