«La mia famiglia ha vinto medaglie alle Olimpiadi e ai campionati del mondo,

Lunedì 31 Agosto 2015
«La mia famiglia ha vinto medaglie alle Olimpiadi e ai campionati del mondo, ma la medaglia a cui tengo di più è quella d'argento di mio zio Antonio. Non l'ha conquistata in pedana come me, ma morendo sul Monte Grappa, durante un assalto nella Prima Guerra Mondiale». Antonella Ragno, veneziana, medaglia d'oro nel fioretto alle Olimpiadi di Monaco, si commuove ancora ricordandola storia di zio Antonio, che è morto prima che lei nascesse, ma il cui ricordo è ancora molto forte nella famiglia Ragno.
La storia delle medaglie della famiglia Ragno comincia con Antonio, classe 1897, che consegue il brevetto di capitano di lungo corso a soli 17 anni, all'Istituto navale, ma ama lo sport, l'azione e ha uno smisurato amor di Patria. Disubbidendo alla famiglia si arruola volontario per la guerra, seguendo alcuni suoi amici. Antonio Ragno fa scrivere sul suo stato di servizio note molto attive, soprattutto nelle azioni belliche. Ben presto viene nominato tenente dei bersaglieri e quando il 29 luglio del 1917 furono finalmente istituzionalizzati i reparti Arditi, fu tra i primi ad aderire. Antonio Ragno fu inviato sul Grappa, dove l'Esercito italiano aveva approntato l'ultima difesa contro l'avanzata austrotedesca. Furono gli arditi a sacrificarsi in assalti disperati, in controazioni che rallentarono e poi fermarono il nemico.
Il 25 novembre, in uno di questi assalti sul monte Fontana Secca Antonio Ragno andrò oltre tutte le trincee... Il suo corpo non fu più ritrovano, nemmeno la sua piastrina identificativa. Disperso. Cioè morto senza sepoltura, se non la terra che voleva difendere.
Sono stati i suoi compagni a spingere per la decorazione. La medaglia d'argento fu concessa nel 1922. Il corpo non è stato ritrovato, ma le lettere che ha scritto ai famigliari sono ancora qui a raccontarci i suoi sentimenti.
19 novembre 1917 (lettera alla madre): «Come vedi scrivoti con carta trovata per caso. Speriamo fra pochi giorni che potrete ritornare a Venezia (erano profughi a Trani, ndr), il nemico non riuscirà a sfondare le nostre linee, anzi, fra giorni lo ricacceremo ai confini».
«...Giungeva primo sulle postazioni da conquistare, sostenendo una viva lotta all'arma bianca con l'avversario e ricacciandolo... Circondato dal nemico in forze, consumate tutte le munizioni, rifiutava d'arrendersi e uscito con i pochi superstiti dalla trincea, impegnava una lotta all'arma bianca finché colpito a morte cadeva col sacro nome dell'Italia sulle labbra...» si legge nella motivazione per la medaglia d'argento.
Una medaglia e una storia, ma anche un amore, un onore e una dignità. E un esempio.
Le altre medaglie dei Ragno sono arrivate dalle pedane della scherma. Saverio Ragno alle Olimpiadi di Berlino, nel 1936 vince la medaglia d'oro nella competizione a squadre di spada.
Antonella Ragno è figlia di Saverio e nipote di Antonio. Nasce quando la seconda guerra mondiale è già cominciata, quando un altro massacro, altri orrori, altri gesti d'onore e di valore porteranno altre medaglie su molti altri petti.
Nel 1960 alle Olimpiadi di Roma la prima medaglia di bronzo, nel fioretto, poi un diluvio: 1962 bronzo ai mondiali a squadre a Buenos Aires, 1963 bronzo ai mondiali di Danzica, a squadre, 1964 bronzo individuale alle olimpiadi di Tokyo, 1965 bronzo a squadre ai mondiali di parigi, 1967 argento individuale ai mondiali di Montreal, 1972 oro individuale alle Olimpiadi di Monaco. In mezzo a queste date innumerevoli trionfi in campionati italiani e prestigiose competizioni.
Ora, a distanza di anni, lontana da Venezia, nei giorni del centenario della Grande Guerra, non pensa alle sue medaglie, ma a quella di uno zio che non ha mai conosciuto.
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