BELLUNO - «Condivido pienamente lo spirito con cui l'Unione Province d'Italia si è riunita a Roma e condivido la denuncia che si è levata in modo unanime, che evidenzia la discrepanza tra situazione normativa ed economica che caratterizza in questo momento lo stato delle nostre Province e che mette in grave pericolo l'intero tessuto sociale del nostro Paese». Così la senatrice tosiana Raffaela Bellot commenta l'incontro avvenuto giovedì nella Capitale: «I dati presentati dall'Upi evidenziano una capacità di investimento delle Province che segna un pesantissimo -62% e di uno squilibrio, tra fondi a disposizione e necessari pari a 651.500 milioni. Il motivo è sotto gli occhi di tutti: la riforma delle Province è rimasta incompiuta: non sono state eliminate, ma non possiamo nemmeno dire che vivano in salute il loro ruolo. I trasferimenti da parte dello Stato sono stati ridotti ai minimi termini e questo sta portando ad una lenta e impietosa asfissia, tanto più in un'area montana come la nostra dove sono ancor più evidenti effetti di impoverimento e rapido spopolamento. In capo alle nostre Province sono rimaste funzioni importantissime, ma non le risorse per farvi fronte». Lungo l'elenco degli esempi: dalle condizioni dei dipendenti incerti sul loro destino, al problema del mantenimento dei servizi scolastici, degli edifici, delle infrastrutture e degli interventi per la conservazione dell'ambiente e dell'equilibrio idrogeologico del territorio montano.
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