IL BOLLETTINO
BELLUNO Un emergenza senza fine. Da sabato notte a domenica sera.

Lunedì 19 Agosto 2019
IL BOLLETTINO
BELLUNO Un emergenza senza fine. Da sabato notte a domenica sera. Nessuna tregua per i volontari del Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico). Il bilancio è di una dozzina di interventi con un ferito gravissimo, trasportato a Treviso con una sospetta frattura al rachide cervicale.
Andiamo con ordine.
DOMENICA NOTTE
Attorno alle 20.30 di sabato la stazione di Cortina del Soccorso alpino è stata allertata per due escursionisti francesi incrodati. La coppia, tutti e due 29enni, era partita alle 15 per la Ferrata Dibona. Invece di rientrare da Staunies e Forcella Bassa i due hanno imboccato Forcella Padeon, itinerario già chiuso perché non percorribile. Grazie alle coordinate Gps l'esperienza dei soccorritori ha permesso di inviare la squadra dal basso. Sei soccorritori, compresi carabinieri, hanno risalito il canale e hanno raggiunto i due a circa 2.300 metri di quota. È terminato solo alle tre del mattino invece un secondo intervento, nel territorio comunale di Sospirolo. L'allarme era scattato alle 21 in Val Falcina, laterale della Valle del Mis. Partita per percorrere l'itinerario ad anello la coppia di trevigiani, 23 anni lui, 25 lei, aveva abbandonato il sentiero e deciso di scendere lungo il torrente Falcina verso il lago. Dopo un po', però, la ragazza è rimasta bloccata in preda al panico. L'assenza di copertura della rete telefonica ha costretto il compagno a rientrare da solo per chiedere aiuto. Una squadra del Soccorso alpino di Belluno si è subito attivata e in cinque si sono portati all'imbocco della valle. I soccorritori sono arrivati nel punto indicato allestendo anche una calata e si sono trovati su ampie vasche d'acqua da attraversare a nuoto. Per evitare ulteriori rischi hanno chiesto l'intervento della squadra forre del Soccorso alpino e speleologico Veneto e sono stati allertati i Vigili del fuoco. A trovare la giovane è stata la squadra partita da sotto. Lei si era spostata a circa 500 metri di distanza dal lago, per trovare riparo. Illesa ma stanca è stata accompagnata, in via precauzionale, al pronto soccorso.
IERI MATTINA
A Longarone, poco dopo le dieci, due escursionisti sono rimasti bloccati nella parte alta di Val Tovanella. I due amici, F.C., 31 anni, e A.P., 33 anni, entrambi di San Donà di Piave (VE), erano partiti dal Bivacco Campestrin ed erano scesi al Bosconero. Invece di salire a Forcella del Mat e scendere di nuovo al Campestrin, sono però saliti a Forcella Tovanella. Trovandosi bloccati sopra Ospitale a 850 metri di quota. Grazie alle coordinate Gps un soccorritore è salito e li ha individuati aiutando quello più affaticato dei due a superare alcuni tratti esposti e riaccompagnando entrambi sulla strada. Negli stessi minuti il gestore del Rifugio Giussani, componente del Soccorso alpino di Cortina, ha raggiunto un'escursionista che si era fatta male al ginocchio lungo il sentiero.
NEL POMERIGGIO
In Alpago per due escursionisti affaticati dalla lunga camminata sono stati soccorsi. Padre cinquantenne e figlio quattordicenne di Roveredo in Piano (PN) erano partiti da Piancavallo, avevano raggiunto Col Indes per poi salire a Pian Canaie, prendere il sentiero numero 922 e rientrare a Piancavallo. A 500 metri da Casera Palantina, però, la stanchezza ha avuto la meglio. L'infortunio più grave della giornata all'altezza di Forcella del Lago, dietro al Lagazuoi, dove un sessantenne di Bressanone (BZ), era caduto a terra infortunandosi in modo grave. Sbarcati medico e tecnico con un verricello di 30 metri, all'uomo sono state prestate le prime cure. Imbarellato, è stato issato a bordo e trasportato all'ospedale di Belluno e in seguito trasferito in quello di Treviso. Il sospetto è di una frattura al rachide cervicale. Andrea Zambenedetti
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