Blitz all'Acc, il ministro tace: i sindacati suonano la carica

Martedì 31 Marzo 2020
Blitz all'Acc, il ministro tace: i sindacati suonano la carica
BORGO VALBELLUNA
I sindacati chiedono spiegazioni sul cambio di nomina al ruolo di commissario giudiziale per lo stato di insolvenza della Italia Wanbao Acc: non Maurizio Castro come si era istituzionalmente e coralmente concordato al tavolo di crisi, ma la «sconosciuta» friulgiuliana Anna Di Pasquale voluta del ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, pare in netto scontro con il collega di partito e pure lui ministro, Federico D'Incà. D'Incà, raggiunto telefonicamente, afferma «di non voler commentare». Dice che parlerà «a tempo debito», quando evidentemente si sarà chiarito con il collega.
Un silenzio dietro al quale da più parti si fiuta un possibile braccio di ferro interno ai 5Stelle, ma anche un altrettanto possibile sistema di equilibri di rappresentanza all'interno del governo giallo-rosso.
Sindacati, lavoratori e lo stesso sindaco di Mel, Stefano Cesa, durissimo con Patuanelli, temono proprio quei giochi politici che potrebbero di far collassare lo stabilimento di Mel nel suo momento più difficile. Sono 290 i lavoratori a rischio senza contare il ruolo strategico del sito, unico in Italia a produrre compressori per la refrigerazione domestica.
ACCORDI DISATTESI AL MISE
Il caso Wanbao era approdato al Mise l'anno scorso dopo la decisione della proprietà cinese di chiudere per eccesso di debito nonostante i buoni risultati: nel 2019 ha registrato ordini per 1,9 milioni di pezzi e le stime sul nuovo anno raggiungono quota 2,2 milioni. Sono ore di frenetica attesa quelle vissute a Mel con la speranza che se non ci sarà un riposizionamento su Castro, l'uomo che in questi mesi ha tessuto la tela di rapporti internazionali per tentare il salvataggio, la Di Pasquale abbia quantomeno una buona cultura in fatto di compressori, attività produttive, fornitori, commissioni per garantire il futuro ad un'azienda importante in un momento molto critico della vita economica di tutto il Paese.
Ieri, con forza, i sindacati sono tornati a chiedere spiegazioni. Lo ha fatto Stefano Bona della Fiom-Cgil, a nome di tutti: «Secondo noi - dice Bona - Castro era la persona giusta e ideale in questo preciso momento, soprattutto perchè aveva intessuto rapporti coi clienti per un ipotetico rilancio. Oltretutto era un nome concordato con anche all'ultimo tavolo con il Ministero dello Sviluppo».
Sulla De Pasquale, personalmente, non hanno nulla di dire, non erano questo il filo del percorso seguito da tutti. «Castro - conclude Bona -, con molta generosità e disponibilità, ha lavorato sulla fiducia dei clienti, si è dimostrato un ottimo professionista. Ora il ministro ci spiega questa scelta».
Federica Fant
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