Cisl, Gianfranco Refosco confermato segretario generale del Veneto

Venerdì 11 Marzo 2022
Gianfranco Refosco

PADOVA - Si è chiuso con la piena riconferma di Gianfranco Refosco quale segretario generale di Cisl Veneto il XIII congresso dell’organizzazione, che per due giorni alla fiera di Padova ha riunito 380 delegati da tutta la regione e accolto oltre 80 ospiti dei vari mondi istituzionale, economico, associativo.

Un congresso che, ben lungi dal poter guardare con speranza all’uscita della pandemia e ai segnali di ripresa di fine 2021, ha visto entrare con prepotenza nel suo dibattito il tema del conflitto bellico e prendere corpo le preoccupazioni per il rischio concreto di un’economia di guerra e un orizzonte prossimo di ulteriore recessione.

Chi è Refosco

Classe 1970 e vicentino di nascita,Gianfranco Refosco si è laureato in sociologia a Trento. Dopo diverse esperienze lavorative (come operaio, impiegato in conceria e in un’azienda di spedizioni internazionali, educatore in una cooperativa sociale), ha intrapreso nel 2000 l’attività sindacale in Filta Cisl, poi Femca, della quale è diventato segretario generale nel 2009, in coerenza con la sua vocazione per i problemi e l'impegno sociale. Nel 2011 è stato eletto segretario generale di Cisl Vicenza. Da aprile 2016 è componente della Segreteria regionale di Cisl Veneto, di cui è eletto segretario regionale dal 2018.

Le sfide del congresso

Al congresso la Cisl Veneto ha lanciato un appello, agli ospiti presenti nella prima giornata, a partire dalla Regione del Veneto, candidandosi ad avere un ruolo da protagonista attivo: «Per uscire dalla pandemia e affrontare anche le ulteriori sfide poste dal conflitto bellico – ha dichiarato Refosco –, è il momento di un nuovo patto sociale. Un patto per sostenere la ripartenza del Veneto, che metta al centro quattro grandi temi: il lavoro dei giovani, che vede ancora troppo precariato e uno scarso utilizzo dell’apprendistato; il lavoro delle donne, in una regione che conta solo il 58% di loro occupate (e a questo si associa un basso reddito che domani significherà una pensione più povera); l’accoglienza e il lavoro per i migranti, per cui urge una politica di programmazione e di gestione, a beneficio anche della “sostenibilità” del mercato del lavoro, specie per alcune mansioni; infine le politiche di welfare, che necessitano di un ripensamento, in particolare quelle a favore delle persone anziane e non autosufficienti, oltre che di ulteriori risorse». E tra le leve principali della necessaria ricomposizione del lavoro, per Cisl Veneto ci sono senz’altro l’istruzione e la formazione permanente.

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